FEDERICA ORLANDI
Cronaca

Ora Bologna ha paura. Un altro morto nella piazza maledetta: "Basta spaccio e coltelli"

Secondo omicidio in quattro mesi a due passi dalla stazione. Ucciso un ragazzo di 26 anni. Sit-in organizzato dal sindaco Lepore. "Riprendiamoci quest’area che è diventata una zona di criminalità".

Secondo omicidio in quattro mesi a due passi dalla stazione. Ucciso un ragazzo di 26 anni. Sit-in organizzato dal sindaco Lepore. "Riprendiamoci quest’area che è diventata una zona di criminalità".

Secondo omicidio in quattro mesi a due passi dalla stazione. Ucciso un ragazzo di 26 anni. Sit-in organizzato dal sindaco Lepore. "Riprendiamoci quest’area che è diventata una zona di criminalità".

È la prima piazza che accoglie chi arriva a Bologna in treno. A due passi dalla stazione centrale, piazza XX Settembre dovrebbe essere la vetrina della città, un assaggio delle bellezze del centro storico. Invece. Non diversamente da tante altre metropoli, pure sotto le Torri la zona della stazione è teatro di degrado, spaccio, rapine, balordi. E di omicidi. Ora però si è passato il segno, tanto che il sindaco Matteo Lepore ha scritto al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che verrà in città lunedì per presiedere il Comitato per l’ordine e la sicurezza. Nel frattempo, le opposizioni attaccano la giunta "che non fa nulla di fronte a una città sempre più violenta".

L’ultimo grave fatto di sangue è stato l’altra notte: Mamadou Sangare, un ivoriano di 26 anni senza fissa dimora e con qualche precedente per reati contro il patrimonio, è stato ucciso con una coltellata in pieno petto, a due passi da un bar di Galleria 2 agosto. Non è chiaro il movente del delitto: forse una lite degenerata tra due persone evidentemente alterate dall’assunzione di sostanze stupefacenti, o forse un regolamento di conti per una questione legata alla droga. Al momento, è interrogato in caserma un centrafricano ventenne con precedenti, sospettato dell’omicidio: un amico della vittima infatti, italiano di 45 anni, ha visto i due allontanarsi insieme. Anche le telecamere della zona confermano questa circostanza.

È il secondo omicidio in quattro mesi appena, in quella zona: a metà maggio, un tunisino di 21 anni era stato accoltellato al cuore da un connazionale di 17 anni che voleva rubargli la bicicletta. Ma sempre lì rapine, stupri, risse anche violente con cocci di bottiglia e lame, spaccio a ogni ora del giorno e della sera, sono ormai tragicamente all’ordine del giorno. Addirittura, poche ore prima dell’omicidio di Mamadou, a pochi metri di distanza un 35enne bolognese è stato accerchiato, aggredito e ferito con una coltellaya da un gruppo di sette nordafricani che lo voleva rapinare.

I residenti e i commercianti della zona da tempo chiedono a gran voce un presidio fisso di forze dell’ordine – "Viviamo con la paura di uscire: io, negli ultimi tempi, giro scortato, mi faccio accompagnare dai miei addetti alla sicurezza", racconta uno di loro, Andrea Ferrari – e gli sforzi in questo senso, da parte della Prefettura, non si può dire siano mancati: servizi di controllo straordinari a cadenza almeno bisettimanale, pattuglie nelle ore più ’calde’, monitoraggi costanti e blitz interforze. Due settimane fa sono stati arrestati tre pusher, altrettanti erano due settimane prima. Molte sono le denunce. Ma ancora di più sono i reati, che paiono non arrestarsi neppure di fronte alla minaccia di agenti in divisa e pure esercito. Lo stesso ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha preso personalmente a cuore la situazione. Sollecitato ieri con una lettera dal sindaco Matteo Lepore, il ministro parteciperà appunto al prossimo Comitato in Prefettura per discutere nuove misure di sicurezza nella zona. Non è la prima volta che Piantedosi, ex prefetto bolognese, partecipa al Comitato di Palazzo Caprara, da quando è ministro. Una lettera, il sindaco l’aveva scritta a Piantedosi anche all’indomani della classifica del Sole 24 ore che, dieci giorni fa, posizionò Bologna al sesto posto in Italia per livelli di criminalità in base ai reati denunciati nel 2023. Nel recente report infatti la ’Dotta’, benché scesa di due posizioni rispetto all’anno precedente sul podio dell’insicurezza, ma si è piazzata comunque nella ‘top ten’ delle città più pericolose d’Italia. In particolare, le Due Torri si erano piazzate in sesta posizione con una media di 5.539,3 denunce ogni 100mila abitanti. Con un drammatico accento posto su violenze sessuali (222 denunciate nel 2023) e omicidi, di cui sei consumati e quattordici (in aumento) tentati.

Proprio per protestare contro questa crescente insicurezza, che si percepisce soprattutto in ieri sera 200 persone si sono riunite proprio nella piazza raccogliendo la proposta lanciata dal sindaco Lepore, che ha detto "riprendiamoci piazza XX Settembre a tutti i costi". Una manifestazione cui hanno partecipato anche i sindacati Cgil, Cisl e Uil. "Questa ormai è una piazza di spaccio formata da persone visibili e organizzate – ha detto il sindaco –. Le persone senza permesso di soggiorno se arrestate devono essere espulse, lo dico da uomo di sinistra".

"L’omicidio è l’ennesima tragedia annunciata a causa dell’inerzia e del disinteresse della giunta Lepore", attaccano i consiglieri comunali di FdI.

"È necessario mettere in campo misure serie, non basta girarsi dall’altra parte", rincara la Lega. "Bisogna purtroppo ammettere che Bologna è diventata una delle città più violente ed insicure del nostro Paese", chiude Forza Italia.