CHIARA CARAVELLI
Cronaca

Operazione ‘Rally’ dei carabinieri. Sgominata la banda di ladri seriali che rubava auto su ordinazione

Indagine tra Bologna e Trento: cinque furti sotto le Due Torri. Tre malviventi in manette, un altro ai domiciliari. Il gruppo agiva secondo uno schema preciso, sfruttando un basista e scambiando le targhe con mezzi ‘puliti’ .

Operazione ‘Rally’ dei carabinieri. Sgominata la banda di ladri seriali che rubava auto su ordinazione

Operazione ‘Rally’ dei carabinieri. Sgominata la banda di ladri seriali che rubava auto su ordinazione

Undici furti, di cui due tentati, commessi tra il 2018 e il 2022. I colpi sono stati tutti messi a segno tra Bologna e Trento. Nel mirino dell’operazione ‘Rally’ dei carabinieri del Nucleo investigativo trentino, è finita una banda di ladri (due albanesi, un colombiano, un ucraino e quattro italiani) che rubava auto ‘su ordinazione’.

L’indagine, partita nel gennaio di sei anni fa, ha portato all’esecuzione – in collaborazione con i reparti territorialmente competenti – di otto misure cautelari, di cui quattro in carcere, due agli arresti domiciliari e due divieti di dimora. Tutte tra le province di Trento, Bologna, Forlì-Cesena, Latina e Roma.

Nel Bolognese sono finite in carcere tre persone e una è ai domiciliari. Agli otto componenti della banda vengono contestati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata ai delitti contro il patrimonio, tra cui furti e ricettazione di autoveicoli. L’indagine è partita nel gennaio del 2018, dopo il furto di tre auto in un concessionario della provincia trentina. Il gruppo agiva secondo schemi ben precisi e studiati. Nella fase preparatoria del colpo, infatti, i ladri rubavano le targhe da auto di uguale marca e modello che, solo in seguito, venivano ‘scambiate’ con quelle delle macchine rubate, così da non poter essere individuati dalle forze dell’ordine.

Non solo, percorrevano strade secondarie dove non c’era videosorveglianza e utilizzavano i mezzi pubblici per raggiungere gli obiettivi. Oltre al fatto che, durante i colpi, avevano sempre il volto coperto da un passamontagna. I furti, però, non venivano solo messi a segno nelle concessionarie, la banda agiva anche in abitazioni private. Nel Bolognese, in particolare, tutti i furti – cinque degli undici totali riguardano la nostra provincia – sono stati commessi ai danni di privati.

I colpi venivano portati a termine con la collaborazione di un basista, dopodiché le auto venivano consegnate a ricettatori italiani, presenti in Romagna e nel Lazio, e sloveni. Il ricettore ‘ordinava’ il veicolo, indicandone precisamente il modello, e i ladri lo rubavano. Strategici, all’interno del sodalizio, un padre e un figlio proprietari di due concessionarie nel Lazio. Secondo i militari del Nucleo investigativo trentino, a capo dell’organizzazione, c’è un pregiudicato albanese che, dal carcere, metteva a segno i colpi sfruttando i permessi premio. Si occupava anche di reclutare i futuri autori materiali del furto, pregiudicati recidivi, tra cui anche dei minorenni. Nel complesso, la banda era riuscita a colpire per ben undici volte, con un bottino di 15 veicoli totali fra auto e moto.