di Monica Raschi
Una massa di trenta chili cresciuta nell’addome di un uomo di 52 anni nel giro di un anno. Qualcosa che non si era mai visto, almeno non nella letteratura medica europea. Si tratta di un tumore raro, un lipo-sarcoma retro peritoneale, che è stato asportato nel corso di un intervento durato sette ore ed effettuato al Sant’Orsola che è centro ad alta specializzazione e uno dei punti di riferimento a livello nazionale. Giovanni Antonio Niolu, residente nella provincia di Cagliari, era stato rifiutato da altri centri specialisti del nord del Paese: il Policlinico, nonostante la grande complessità del caso, invece, ha accettato di aiutare quest’uomo.
"Quando ci è stato riferito il caso del paziente e i suoi esami diagnostici, eravamo impressionati – afferma il professor Matteo Cescon, direttore Unità Operativa Chirurgia epatobiliare e dei trapianti del Policlinico –. Mai visto niente del genere. Sapevamo che altri centri in Italia non avevano dato disponibilità a operare, nonostante questo abbiamo voluto provare". "Il trattamento ideale di questa tipologia di tumori è proprio quello chirurgico. Sono operazioni complesse perché riguardano tumori rari con piccole casistiche – afferma Massimo Del Gaudio, titolare di incarico di alta specializzazione in chirurgia dei sarcomi addominali, tumori stromali gastrointestinali, tumori rari e carcinosi peritoneali del Sant’Orsola –. Come centro trapianti siamo abituati a lavorare su zone sensibili. Questi tumori, infatti, partono dai tessuti molli ma si attaccano a tutto quello che incontrano, come l’aorta o la vena cava. Non le infiltrano ma per staccarlo bisogna isolare queste strutture delicatissime. Un intervento che è stato possibile grazie alla collaborazione con i colleghi dell’urologia, oncologie e anatomopatologia. Il paziente – prosegue – era seguito in Sardegna per la cura di un altro tumore raro del timo e, nel corso delle analisi, c’è stata la scoperta della massa nell’addome che era asintomatica. E’ arrivato da noi con forti problemi nei movimenti ed è rimasto quasi due mesi. Ora è tornato a casa, guida l’auto, la sua vita è ripresa".
Sul fatto che l’uomo fosse stato rifiutato da più ospedali Chiara Gibertoni, direttrice generale del Policlinico (nominata di recente Commendatore, ndr) fa notare che "il Sant’Orsola è una struttura pubblica e come tale non fa nessun tipo di selezione. La selezione non può esistere, qualcuno si deve fare carico dei casi più estremi e anche più costosi", mentre l’assessore regionale alla Salute, Raffaele Donini sottolinea che "l’eccezionalità di questo intervento restituisce a un cittadino una vita piena dopo tanti mesi di sofferenza e, allo stesso tempo, conferma ancora una volta la competenza straordinaria dei professionisti della sanità dell’Emilia-Romagna. La parola chiave, in questo caso – prosegue – è stata la multidisciplinarietà dei professionisti del Sant’Orsola che si sono occupati del caso, un esempio concreto della capacità di fare squadra e arrivare al risultato".
Questo tipo di tumori, come spiega il professor Cescon, colpisce cinque persone ogni 100mila abitanti, al Sant’Orsola ogni anno ne vengono operati una cinquantina, ma mai di tali dimensioni.