MONICA RASCHI
Cronaca

Operata al cuore al Sant’Orsola appena nata: “Hanno ridato la vita a nostra figlia”

Giuseppe Micciché, 37 anni, operatore socio-sanitario, papà della bimba, racconta come è stata salvata. “Con quella patologia sarebbe morta. Non pesava tre chili, ma i medici non si sono dati per vinti”

Giuseppe con la moglie Mariaconcetta e la bimba in piazza Maggiore

Giuseppe con la moglie Mariaconcetta e la bimba in piazza Maggiore

Bologna, 30 ottobre 2024 – Una grossa fistola coronarica che provocava scompensi fin dai primi giorni di vita. Una patologia rara e complessa che se la sarebbe portata via senza l’intervento della Cardiologia pediatrica del Sant’Orsola, guidata da Andrea Donti, che ha deciso di operare quella bimba ad appena otto giorni e nonostante il suo peso fosse sotto i tre chili.

Ha la voce rotta per la gioia Giuseppe Micciché, 37 anni, operatore socio-sanitario al Maggiore, papà della bimba mentre ripercorre la ’rinascita’ della figlia.

Ci racconti come vi siete accorti di questa grave anomalia.

“Eravamo seguiti dal Maggiore, visto che io lavoro lì, all’ottavo mese il medico di mia moglie, il dottor Demaria, si accorge che c’è qualcosa di grave e ci dice che dobbiamo andare al Sant’Orsola. Erano i primi di luglio”.

Come avete reagito a questa notizia?

“Non benissimo. Non capivamo perché dovevamo cambiare ospedale. Era probabilmente un nostro modo di rifiutare la realtà. Ma lui ha insistito e si è messo immediatamente in contatto con il Sant’Orsola e siamo andati subito, nello stesso giorno. La bimba è nata il 22 agosto”.

In quel momento cosa succede?

“Mia moglie, Mariaconcetta, praticamente non la vede neanche: la portano subito via, in Terapia intensiva neonatale, poi viene spostata nella semi-intensiva della Cardiologia pediatrica. Mi spiegano subito che la patologia è molto grave e complessa. Non nascondono che potrebbe non farcela se non operata, ma c’è il problema del peso”.

I medici la considerano troppo piccola per affrontare l’intervento?

“Sì, il suo peso era di 2,7 chili e loro non avevamo mai affrontato un intervento del genere con una bimba così piccina. Bisognava aspettare che fosse almeno quattro chili, meglio cinque. Il fatto è che la bimba peggiorava”.

Quindi come hanno proceduto?

“Per capire bene hanno dovuto iniettare un liquido di contrasto e vedere la situazione del cuore. Sono riusciti a capire e dato che continuava a peggiorare ci hanno comunicato che il giorno dopo l’avrebbero portata in sala operatoria: aveva solo otto giorni”.

Quanto è durato l’intervento?

“Circa sette ore, era il 30 agosto. Non dimenticheremo mai quel giorno. Ce l’hanno salvata. Una bravura, una professionalità che non si riesce a descrivere, anche umanamente. È come se nostra figlia fosse rinata”.

Come sta la bimba ora?

“Pesa cinque chili, sta bene. Siamo usciti dall’ospedale il 9 settembre, ha fatto un controllo a ottobre, ne farà un altro a novembre, poi a gennaio. Ancora mi sembra tutto incredibile”.