Bologna, 7 agosto 2023 – Ondate di calore ed effetto sulle chiamate al 118 e sulla mortalità: secondo il sistema di sorveglianza curato dal Dipartimento di sanità pubblica dell’Ausl, sotto le Due Torri, dove lo scorso mese si sono sfiorati i 40 gradi, la popolazione ha saputo fronteggiare i disagi del caldo, anche se, per Paolo Pandolfi, "sulla capacità di resilienza della comunità, potrebbe avere inciso anche la pandemia: è un’ipotesi che va studiata".
Intanto, oggi potrebbe approdare al Consiglio dei ministri la norma sulla fine dell’isolamento per i positivi al Covid-19.
Quali numeri emergono dai giorni finora più bollenti dell’estate, ossia dal 10 al 20 luglio?
"Abbiamo registrato 136 decessi, ma confrontando il periodo che va dal 2003 al 2019 il cosiddetto ’atteso’, ossia il dato che ci si sarebbe aspettato, era di 129,7. Quindi 6 morti in più in undici giorni non sono significativi in termini statistici – precisa il direttore del Dipartimento di sanità pubblica – e questo testimonia che l’ondata di calore non ha avuto grandi effetti. Se guardiamo le classi di età, osserviamo che la mortalità degli over 65 è stata di 125, mentre l’atteso era 118; invece, i dati degli over 75 sono di 116 per il 2023 e di 100 per l’atteso. Ma è in programma uno studio di approfondimento".
Su quale aspetto?
"Sull’adattamento della popolazione al caldo: sappiamo che nel corso degli ultimi anni le persone hanno imparato a vivere in modo meno traumatico i giorni di afa e con temperature elevate. Gli anziani, in particolare, si tengono in contatto con il loro medico curante per i controlli o, se sono soli, con i familiari o i caregiver: bevono di più, non escono nelle ore più calde e si trasferiscono in luoghi più freschi se ne hanno la possibilità. Inoltre, sui più fragili c’è un sistema di monitoraggio telefonico attivato dalle istituzioni. Noi, però, ipotizziamo che oltre questi comportamenti, i dati sulla mortalità possano essere stati modificati dalle ondate Covid".
In che modo?
"Nel nostro territorio le vittime del Covid sono state oltre 4.600, di cui la maggior parte anziani fragili. È chiaro, quindi, che ora la quota delle persone fragili è inferiore al passato e questo può avere condizionato i dati osservati".
Gli accessi nei Pronto soccorso sono aumentati?
"Complessivamente abbiamo avuto una diminuzione, sono stati osservati 2.687 ingressi su un atteso di 2.761,6 per il periodo 2013-2019. L’unico aumento riguarda gli over 75: 756 contro 711,6, ma anche stavolta il valore non è significativo per un discorso statistico e lo dimostra la media giornaliera degli accessi di questa fascia d’età nelle strutture di emergenza urgenza: 68,7 contro 64,7".
E le chiamate al 118?
"Leggero incremento, sono state 1.781 contro le 1.721,9 dell’atteso riferito al 2003-2019: sono 60 in più in tutto il periodo, tra le 5 e le 6 al giorno. Per noi epidemiologi si tratta di un dato che non ci permette di parlare di un eccesso rispetto all’atteso di riferimento. Quindi, l’ondata di calore di luglio non ha avuto un impatto significativo neppure sui servizi".
Ha accennato all’effetto del Covid sulla popolazione. Quanti sono i contagi in questo momento?
"In media 13 al giorno e nell’ultima settimana si è osservato un leggero aumento, ma non abbiamo circolazione di varianti del Coronavirus preoccupanti. Tuttavia, con l’arrivo dell’autunno, consiglierei ai fragili di sottoporsi alla vaccinazione contro il Covid e anche all’antinfluenzale".