Bologna, 23 luglio 2023 – “Ora uccido la nonna” . Atos Ricini, 72 anni, prima di ieri all’ora di pranzo mai aveva lasciato intendere segni di squilibrio o instabilità, a chi lo conosceva. Rappresentante di macchine del caffè in pensione, separato da tanto tempo e con un unico figlio quarantenne che abita nel Riminese, da un paio di mesi viveva con l’anziana madre Norma, di 94 anni, che aveva deciso di accogliere nel suo appartamento al civico 14 di via Marzabotto dopo che lei era scivolata nella casa in cui abitava, a poche centinaia di metri di distanza dal figlio.
Qualcosa però, nel petto di Atos, a un certo punto deve essersi spezzato. Tanto che ieri pomeriggio, attorno alle 13, ha telefonato al figlio: "Uccido la nonna", gli avrebbe annunciato. E così ha fatto. Le ha sparato con uno dei suoi fucili da caccia, regolarmente detenuti e conservati in appositi armadi blindati, dato che Atos era cacciatore e si dilettava nel tiro a volo. Poi ha rivolto l’arma contro di sé. Ha fatto fuoco.
A nulla è valsa la corsa contro il tempo della polizia, subito allertata dal figlio di Atos dopo la macabra telefonata del padre. Gli agenti sono giunti in via Marzabotto quando ormai era troppo tardi. Per Atos e Norma non c’era più nulla da fare.
Una tragedia che ha scosso profondamente la via residenziale a due passi dall’ospedale Maggiore. Ignote per il momento le ragioni del gesto tanto feroce ed estremo. A quanto si apprende, Atos aveva sofferto in passato di depressione, malattia che era stata curata, ma che negli ultimi tempi era tornata a farsi sentire. Negli ultimi giorni, gli amici raccontano di averlo visto un po’ "fiacco", umore che però giustificava con "dolori alla schiena" che lo tormentavano. Nulla che lasciasse anche solo presagire qualcosa al di fuori dall’ordinario. Nulla che potesse destare allarme. L’anziana Norma, nonostante l’età, era sempre stata autosufficiente, lucida e presente a sé stessa. Solo la recente caduta l’aveva un po’ impacciata nella vita quotidiana, dato che aveva riportato fratture a una gamba. Anche Atos qualche anno fa aveva avuto problemi di salute, che ne avevano richiesto un breve ricovero, ma poi tutto sembrava essersi risolto per il meglio e lui era tornato quello di prima, stando a chi lo conosceva.
Ieri, per tutto il giorno la polizia ha presidiato il condominio di via Marzabotto teatro della tragedia: l’appartamento di Ricini è stato perquisito, così come l’auto del settantaduenne, un’utilitaria ricoperta di foglie parcheggiata proprio lì sotto. Sono stati sequestrati tutti i fucili del cacciatore ed è stato portato via pure il piccolo canarino della famiglia, che cinguettava disperato mentre i poliziotti in divisa lo caricavano sull’auto di servizio. Nel tardo pomeriggio, una volta terminati i primi rilievi da parte degli inquirenti, sono arrivati i necrofori.
Sulla vicenda indaga ora la poli zia e gli accertamenti sono in corso, benché la dinamica – quella di un omicidio-suicidio – sia parsa fin da subito piuttosto chiara. Al momento non risulta che Ricini abbia lasciato biglietti d’addio o lettere in cui spiegava le ragioni del proprio gesto.
C’è di più. Un vicino avrebbe raccontato di avere udito quattro colpi, che a posteriori riconduce a un’arma da fuoco, alle tre del mattino di venerdì. Un suono che potrebbe coincidere con un’arma da caccia, a pallettoni, che fa fuoco due volte e viene ricaricata. Questo però verrebbe a significare che per più di 24 ore Atos sia rimasto solo in casa con la madre senza vita. Un’ipotesi che per il momento è tutta da verificare, tramite il lavoro del medico legale che stabilirà con precisione l’orario del decesso di madre e figlio.