La sera del 20 agosto, tre giorni prima dell’omicidio, Giovanni Padovani inviò un messaggio vocale alla madre. Un audio dal "tono drammatico" con cui "inizia a scusarsi con il genitore per quanto ha intenzione di fare", annota la squadra mobile di Bologna che ha indagato sull’assassinio di Alessandra Matteuzzi, per cui l’ex fidanzato è a processo davanti alla Corte d’assise, con inizio il 3 maggio. "Ti chiedo scusa anticipatamente... sappi che ti vorrò sempre bene e ti voglio bene qualsiasi cosa possa accadere e può succedere nella vita e te devi essere tanto forte adesso più che mai mamma, capito...? ok?", diceva tra l’altro, mentre era in macchina all’altezza di Barberino del Mugello. Ma non è chiaro se il ragazzo faccia riferimento all’omicidio oppure a intenzioni suicidarie, dato che il giorno stesso dell’omicidio di Sandra fece una storia su Facebook in cui lasciava intendere di volerla fare finita: "Adesso mi scuso con tutti ma credo sia giunto il momento di andarsene".
L’ossessione vissuta da Padovani per Alessandra emerge proprio anche dai messaggi scambiati dal killer con la madre nei mesi precedenti il delitto: l’argomento principale, se non l’unico, era la relazione con l’ex fidanzata che poi il 27enne ha ucciso il 23 agosto, sotto casa di lei in via dell’Arcoveggio, picchiandola a morte a colpi di martello e panchina. Il rapporto tra l’indagato, la madre e la vittima è definita "una sorta di triangolazione" dalla Mobile. Padovani, per gli investigatori, aveva instaurato una "complicità" per sfruttare il rapporto confidenziale tra la madre e la fidanzata, "per manipolare e controllare le dinamiche della relazione". Quasi quotidianamente chiedeva conto alla madre dei messaggi tra lei e Matteuzzi, facendosene girare copia e preconfezionando testi da inviare ad Alessandra. Da "questa di triangolazione emerge in maniera chiara l’ossessione per i presunti tradimenti", "il disprezzo per la Matteuzzi" e l’atteggiamento vendicativo. La madre alterna momenti in cui sembra credere al figlio, mostrando a sua volta risentimento per Alessandra, ad altri in cui manifesta a Giovanni i suoi dubbi, salvo poi assecondarlo di nuovo. Sempre dall’indagine emerge come la madre sia stata a conoscenza dei comportamenti del figlio, del fatto che questi avesse sottratto le password della donna, le continue chiamate, l’essersi arrampicato sul balcone e di avere mostrato eccessi d’ira. In uno scambio via chat, lei si mostra preoccupata per lo stato psicologico del giovane.
"La mamma si è comportata da madre", dice l’avvocato Chiara Rinaldi che con il collega Antonio Petroncini assiste i familiari di Matteuzzi, evidenziando che "ci sarà tempo per approfondire la sua condotta". A proposito della condizione psicologica dell’imputato, che andrà a processo il 3 maggio davanti alla Corte d’assise, Rinaldi commenta le dichiarazioni del difensore, Gabriele Bordoni, che metterebbero in dubbio la presenza dell’imputato alla prima udienza: "Prendiamo atto delle dichiarazioni fatte sulla asserita incapacità di stare in giudizio di Padovani. Se così fosse ci saranno le persone proposte alla valutazione di questo stato".