REDAZIONE BOLOGNA

Omicidio Marco Biagi, ridotta di 10 mesi la pena al brigatista Boccaccini

Lo ha stabilito la Corte di Assise: la pena per il 61enne adesso ammonta a 25 anni e 10 mesi. Il figlio minore del professore ucciso: "Provo molta rabbia"

Simone Boccaccini e l'omicidio del professor Marco Biagi

Bologna, 17 maggio 2019 - E' stata ridotta di 10 mesi la pena all'ex brigatista Simone Boccaccini. La ha stabilito la Corte di assise di appello di Bologna. Boccaccini è uno dei brigatisti giudicati colpevoli per l'attentato al professor Marco Biagi, ucciso il 19 marzo 2002 sotto la sua abitazione in via Valdonica.

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Boccaccini, 61 anni, detenuto a Alessandria, era stato condannato a 21 anni a Bologna per il delitto Biagi e poi a cinque anni e otto mesi per banda armata, associazione con finalità terroristica e rapina in un processo a Roma.

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Aveva chiesto, tramite il suo difensore, avvocato Massimo Focacci, il riconoscimento del vincolo della continuazione tra le due sentenze, con riduzione della pena complessiva che adesso è dunque di 25 anni e 10 mesi. Il sostituto pg Valter Giovannini non si era opposto, chiedendo però una riduzione minima.

"Sono soddisfatto, hanno riconosciuto la nostra linea difensiva e la continuazione tra le due sentenze, e questo era importante dal punto di vista giuridico", ha detto all'Ansa l'avvocato Focacci. La difesa aveva sostenuto che quando Boccaccini aderì al gruppo eversivo delle nuove Br, tra il 1998 e il 1999, era già chiaro il piano programmatico che comprendeva anche attentare alla vita di persone chiamate a collaborare col Governo in tema di lavoro, elaborando strategie e norme avversate dalle nuove Br.

Per l'omicidio Biagi sono stati condannati all'ergastolo Nadia Desdemona Lioce, Roberto Morandi, Marco Mezzasalma e Diana Blefari Melazzi, la nobildonna che si impiccò in cella con strisce di lenzuola il 31 ottobre 2009.

A Boccaccini, il carcere a vita in primo grado fu ridotto a 21 anni in appello, per la concessione delle attenuanti generiche, e la Cassazione confermò. Secondo il ricorso del suo difensore c'è continuazione tra partecipazione alla banda armata e attentato, cioè tra associazione e delitto, come gli attentati.

Quando infatti aderì al gruppo, il piano programmatico era chiaro e, per la difesa, "comprensivo di una minuziosa attività preparatoria istruttoria che precedeva, anche di anni, l'effettiva esecuzione dell'azione omicidiaria".

Su queste basi si ritiene che fin dall'inizio della loro ricostruzione e riorganizzazione, quello delle Br fosse "un progetto criminoso tutt'altro che generico". "Lo Stato deve rispettare la legge, ma anche affermare la sua supremazia nei confronti di questi soggetti che fecero rivivere al Paese un terrore che si pensava ormai superato per sempre", aveva detto il pg Giovannini in udienza.

Il figlio di Biagi: "Molta rabbia"

"Mi fa molta rabbia, ma ne prendo atto. Per lo meno la pena di Boccaccini è stata ridotta solo un minimo, dieci mesi. Certo questo non significa che sono contento, tutt'altro". Lo ha detto Lorenzo Biagi, 30 anni, figlio minore del giuslavorista ucciso, commentando la notizia dello sconto di pena riconosciuto a Boccaccini.