Il gup Nadia Buttelli ha respinto la richiesta di attenuazione della misura, dal carcere ai domiciliari, avanzata dal medico Giampaolo Amato, rinviato a giudizio con l’accusa di duplice omicidio aggravato per aver ucciso la moglie, Isabella Linsalata, e la suocera, Giulia Tateo. Amato resterà quindi in carcere. "La richiesta è stata dichiarata inammissibile per un motivo procedurale cioè l’omessa comunicazione prevista da Codice Rosso alle parti offese", hanno spiegato gli avvocati Cesarina Mitaritonna e Gianluigi Lebro, che assistono il medico. "Non si condivide questa impostazione del giudice perché le parti offese erano presenti attraverso i legali costituiti parte civile e quindi potevano esprimere il parere".
CronacaOmicidio Linsalata. No ai domiciliari