Bologna, 30 maggio 2024 – La Procura generale di Bologna ha chiesto la conferma della condanna a 30 anni inflitta in primo grado, nel processo celebrato con rito abbreviato, a Giuseppe Cappello, il 45enne accusato dell'omicidio di Kristina Gallo, la 26enne trovata morta dal fratello il 26 marzo 2019 nell'appartamento della periferia di Bologna in cui viveva.
Alla richiesta avanzata dalla sostituta pg Licia Scagliarini alla Corte d'Assise d'appello, presieduta dal giudice Orazio Pescatore, si sono associate le parti civili: i familiari, assistiti dagli avvocati Francesco Cardile e Cesarina Mitaritonna, e l'associazione 'La caramella buona', rappresentata dall'avvocata Barbara Iannuccelli.
Gabriele Bordoni, che difende Cappello, ha invece chiesto l'assoluzione del suo assistito. La ragazza, con cui l'imputato aveva una relazione, fu ritrovata in casa nuda e con le gambe sotto il letto. Inizialmente la morte della giovane era stata ritenuta naturale e la Procura aveva chiesto l'archiviazione del caso, che fu poi riaperto con l'ipotesi di omicidio aggravato dallo stalking a seguito di un esame medico legale richiesto dalla famiglia della giovane, da cui era emerso che Gallo poteva essere stata strangolata.
Le successive indagini avevano quindi portato all'arresto di Cappello nel luglio del 2022. La discussione è terminata nel pomeriggio e il processo è stato rinviato al 20 giugno alle 11.30 per le repliche, dopo le quali i giudici si ritireranno in camera di consiglio per emettere la sentenza.