Bologna, 18 dicembre 2024 – E’ annunciata per venerdì, al tribunale di Modena, la prima sentenza sull’omicidio di Alessandro Gozzoli, il 41enne originario di Bazzano trovato senza vita nella sua abitazione a Casinalbo di Formigine il 10 marzo 2023. E nell’imminenza della sentenza i familiari rompono il silenzio per chiedere giustizia per il loro congiunto, che morì per asfissia meccanica acuta a seguito di un’azione così violenta che gli provocò la rottura della trachea.
Le indagini hanno ricostruito come a compiere il delitto, a scopo di rapina, sarebbero stati due giovani romeni, poi rintracciati e arrestati all’estero.
Il 20 dicembre si conclude il rito abbreviato per uno dei due.
“Un momento – ha dichiarato la sorella Simona Gozzoli a nome della famiglia all’Ansa – che io e la mia famiglia attendiamo con ansia e speranza. Non c’è stato un solo istante in cui i due colpevoli abbiano manifestato dispiacere o anche solo vicinanza umana ad Alessandro e a noi. Lo hanno ucciso con inaudita violenza, abbandonato e derubato e hanno cercato di colpevolizzare lo stesso Alessandro della sua morte: quasi fosse lui sotto processo per essere morto e non loro per averlo ucciso”.
Per il secondo imputato è in corso il dibattimento in Assise. I familiari, al funerale che si celebrò nella chiesa di Montebudello, avevano espresso la certezza che “Alessandro avrà anche la giustizia terrena”.
E ora, assistiti dall’avvocato Rita Nanetti, ricordano come le indagini siano state lunghe e complesse, vista la fuga all’estero e “anche per questo non abbiamo mai rilasciato dichiarazioni ai giornali: temevamo in qualche modo di poter recare un danno agli inquirenti. Poi finalmente abbiamo saputo che tutti e due gli assassini erano stati arrestati e abbiamo pensato che giustizia era stata fatta. Ma era solo il primo passo. Ora è passato più di un anno, ma il dolore è ancora vivo e profondo, un vuoto che nessuno potrà mai colmare”.
“Quello che ci aspettiamo dai processi – proseguono i familiari – è che emerga tutta la verità. Non chiediamo vendetta, ma giustizia. Alessandro merita giustizia. Merita che chi gli ha tolto la vita con tanta crudeltà risponda delle proprie azioni. Noi abbiamo perso un fratello, un figlio, un amico. Le sentenze non potranno mai riportarlo indietro, ma possono restituirci un po’ di fiducia nel fatto che il sistema funzioni, che il male non resti impunito e la stessa sorte non capiti ad altri. La verità è un diritto, e la giustizia è un dovere. Per Alessandro, per noi che continuiamo a vivere con questa ferita aperta, e per tutte le vittime che chiedono di essere ascoltate”.