REDAZIONE BOLOGNA

"Omicidio di Tolè, processate gli imputati"

La richiesta della Procura per i due presunti responsabili. Udienza il 20 luglio. La famiglia della vittima: "Vogliamo la verità".

Si ritroveranno il 20 luglio davanti al gup Roberta Dioguardi, entrambi con le accuse di omicidio pluriaggravato e occultamento del cadavere di Consolato Ingenuo, 42 anni trovato in un dirupo tra Tolè e Cereglio a Vergato tra il 29 e 30 luglio dell’anno scorso. Da una parte Mihai Nutu Apopei, romeno di 50 anni (avvocato Stefano Ossorio), dall’altra Ivan Rudic, serbo 34enne (avvocato Duccio Cerfogli). Il pubblico ministero Bruno Fedeli ha chiesto per entrambi il rinvio a giudizio, con lo stesso capo di imputazione anche se solo uno (Rudic) si trova ancora detenuto in carcere, mentre il presunto complice (Apopei) è tornato in libertà dopo la mancata convalida del fermo. La notte della morte di Consolato, i tre erano stati visti insieme al bar di Tolè. Poi, la mattina dopo, l’auto di Rudic, con cui si sarebbero allontanati, era stata ritrovata con una gomma bucata e ammaccata al lato della strada, dopo avere travolto alcune fioriere sulla strada che da Cereglio porta a Tolè. L’incidente sarebbe avvenuto, dalle ricostruzioni dei carabinieri, dopo l’abbandono del cadavere del 42enne nel dirupo accanto alla strada provinciale 26, ritrovato a circa 600 metri dal punto in cui era stata lasciata l’auto. Apopei si era dichiarato subito innocente, giustificando il sangue trovato sui suoi abiti con un proprio intervento in una fase iniziale della rissa tra i tre, in cui si sarebbe schierato a favore di Consolato e avrebbe cercato di difenderlo dai colpi di Rudic. La famiglia della vittima si costituirà parte civile con gli avvocati Francesco Maisano e Alberto Bernardi. "Vogliamo la verità – così i legali – di questa maledetta storia".

n.b.