GAGGIO MONTANO
L’esatta posizione del corpo, l’orario del decesso ricostruito da tecnici e inquirenti, i conflitti con il cugino che avrebbero portato al tragico epilogo. Gli ultimi istanti di Natalia Chinni sono stati al centro dell’udienza di ieri davanti alla Corte d’Assise presieduta da Pierluigi Di Bari: nell’occasione sono stati infatti sentiti i primi testimoni della Procura, cinque carabinieri della polizia giudiziaria, che si sono direttamente occupati delle indagini . Si è perciò entrati nel vivo del dibattimento illustrando alla Corte il quadro che, di fatto, era già stato scandagliato dal giudice delle indagini preliminari quando dispose la misura cautelare nei confronti dell’imputato, Fabio Enrico Ferrari.
Il quale anche ieri era in aula, seduto accanto ai propri avvocati Franco Oliva e Angelita Tocci. L’uomo, 72 anni, da dicembre 2021 è ai domiciliari; è accusato di avere ucciso a colpi di fucile la cugina Natalia, 72 anni anche lei, il 29 ottobre 2021 al confine tra le loro due case, nella frazione Santa Maria Villiana di Gaggio Montano, per futili motivi. Deve rispondere anche di detenzione e porto abusivo di armi e munizioni (a lui, ex cacciatore, la Prefettura aveva infatti tempo prima revocato il porto d’armi; ma l’arma del delitto non è mai stata ritrovata).
Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, Chinni fu raggiunta da sette colpi d’arma da fuoco tra l’ombelico e le gambe mentre si trova in ginocchio, intenta a riparare la rete che divideva le proprietà sua e del cugino. Una dinamica che esclude eventuali incidenti di caccia o alternative simili.
Anche con il supporto di fotografie e immagini, i testimoni hanno illustrato all’aula il luogo in cui è avvenuto il delitto e in cui sono stati rinvenuti i bossoli, nel cortile, anche se Chinni fu trovata dal figlio in casa, dissanguata forse mentre cercava di raggiungere il telefono fisso per chiamare aiuto; e descritto quanto ricostruito degli ultimi momenti di vita della donna stando all’accusa, cioè i colpi, poco prima delle 9.30, al culmine dell’ennesima lite col cugino, il tentativo di trascinarsi all’auto dove aveva lasciato il telefonino e, trovandola chiusa, verso casa, invano. Presenti anche il pm Antonello Gustapane e il legale di parte civile che rappresenta il figlio, il marito e la sorella di Natalia, l’avvocato parmense Mario Bonati.
Federica Orlandi