REDAZIONE BOLOGNA

"Omicidio di Gaggio, la moglie aiutò Ferrari"

Le motivazioni della sentenza di condanna per Loredana Bicocchi. Il giudice: "Armi e munizioni, frenetica dispersione delle prove"

"Omicidio di Gaggio, la moglie aiutò Ferrari"

Una "inconsapevole ammissione tanto sulla colpevolezza del marito, quanto sulla propria conoscenza dei fatti". È lapidaria la sentenza della giudice dell’udienza preliminare Grazia Nart, nel motivare la condanna di Loredana Bicocchi, 72 anni, a un sedici mesi per porto illecito e occultamento di armi – nello specifico, un fucile calibro 12 mai ritrovato e con cui per l’accusa il marito Fabio Enrico Ferrari, 74, sparò alla cugina Natalia Chinni, uccidendola – e detenzione illegale di armi e munizioni. La giudice fa quindi un passo in più, circostanziando la colpevolezza del marito di Bicocchi, che proprio in questi giorni sta affrontando il processo per l’omicidio davanti alla Corte d’Assise. A ’tradire’ la coppia, sarebbe la frase intercettata di Loredana Bicocchi alla figlia. Quest’ultima, dopo un interrogatorio, si mette a piangere. La madre la consola: "È così... non puoi andare indietro, dobbiamo andare avanti, piano piano e senza piangere". Una frase che per la gup "è chiara: non dice che riusciranno a chiarire la situazione o a dimostrare la propria estraneità ai fatti", ma che non si può cambiare il passato. Una "inconsapevole ammissione", dunque.

Il caso, ormai noto, è l’omicidio dell’ex insegnante Chinni nella sua seconda casa a Santa Maria Villiana di Gaggio, il 29 ottobre 2021. Le immediate indagini dei carabinieri della locale stazione e del Nucleo investigativo, coordinate dal pm Antonello Gustapane, portarono a indagare il vicino di casa nonché cugino di Natalia, Ferrari appunto, la cui proprietà confinava con quella della donna e con cui i rapporti erano da tempo molto tesi. Le successive perquisizioni portarono a trovare a casa dell’uomo decine di cartucce per fucile calibro 12 (ma mai l’arma, compatibile come detto con quella del delitto), una carabina e una pistola, illecitamente detenute dato che l’anziano, ex cacciatore, aveva il divieto di detenere armi. Così finì nei guai pure la moglie, accusata di avere contribuito alla "frenetica dispersione", scrive ancora il gup, tra il 31 ottobre e il 3 novembre 2021, "di qualsiasi cosa di possibile rilevanza probatoria" contro di loro, soprattutto "munizioni e armi". Inoltre, marito e moglie in quel periodo concordarono "una falsa spiegazione" per giustificare la fermata a buttare alcuni di questi oggetti, poi ritrovati dai carabinieri, nei pressi del fiume Reno; dunque, stabilisce il giudice, "Bicocchi ha ampiamente dimostrato con le proprie condotte di essere perfettamente a conoscenza della presenza delle armi e delle munizioni" in casa sua e del marito, "da ultimo avendolo aiutato a occultarle".

La donna, si prosegue, "non si limitava a mantenere una mera condotta inerte, di connivenza non punibile, tollerando la detenzione del marito, ma si spingeva oltre, apportando al Ferrari un ausilio indispensabile nella dispersione delle stesse" contribuendo positivamente al reato e "rafforzandone il proposito criminoso". Da qui la condanna.

Federica Orlandi