FEDERICA ORLANDI E NICOLETTA TEMPERA
Cronaca

Omicidio Chiara Gualzetti: coltellate e calci, così è morta la 15enne

L'assassino sedicenne è accusato di omicidio con l’aggravante della premeditazione: "Si era invaghita di me, mi infastidiva"

Chiara Gualzetti e il luogo dove è stato ritrovato il corpo

Chiara Gualzetti e il luogo dove è stato ritrovato il corpo

Bologna, 30 giugno 2021 - Dato che Chiara, dopo quattro coltellate al collo e al petto, ancora non moriva, il suo assassino l’ha presa a calci in faccia. Finché, tra botte ed emorragia, la ragazzina ha smesso di lottare. È morta col terrore negli occhi Chiara Gualzetti. Era uscita di casa con la gioia di incontrare il ragazzino che le piaceva, un anno più grande di lei. E la luce nei suoi occhi si è spenta un quarto d’ora dopo essere arrivati, insieme, sulla collina ai piedi dell’Abbazia di Monteveglio, a una manciata di passi dalla casa dove la quindicenne abitava con i genitori.

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Chiara Gualzetti e il luogo dove è stato ritrovato il corpo
Chiara Gualzetti e il luogo dove è stato ritrovato il corpo

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Lui si era pure portato dietro un grosso coltello da cucina. E non ha esitato a usarlo contro Chiara. "Mi infastidiva, perché si era invaghita di me", ha dichiarato, con la freddezza e l’abulia di un killer fatto e finito, davanti ai carabinieri della compagnia di Borgo Panigale e al pm Simone Purgato, della Procura dei minori. La madre, che assisteva all’interrogatorio, ha avuto una crisi di nervi.

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Per convincerlo a confessare, gli inquirenti lo hanno messo di fronte all’evidenza dei fatti. Le chat che lui e Chiara si erano scambiati. Dove lei, come una qualunque adolescente fragile, in cerca di attenzioni e consolazione, scriveva frasi come "la vita fa schifo, vorrei farla finita". E lui rispondeva, ma questa volta con convinzione criminale "Ti aiuto io". Un proposito che ha messo in atto domenica mattina. Chiara era convinta di andare a un appuntamento.

Non sapeva, non immaginava, di andare a morire. I carabinieri della stazione di Bazzano sono riusciti a estrapolare le chat dal telefono del sedicenne, benché lui le avesse cancellate. E quelle conversazioni, dal contenuto tanto chiaro quanto agghiacciante, hanno spinto il ragazzo, difeso dall’avvocato Tanja Fonzari, a parlare. La sua confessione è stata un flusso pacato, asettico, di frasi terribili. "Io sentivo delle voci dentro. Voci che mi dicevano di fare cose sempre più cattive", ha raccontato. "Come nella serie di Netflix ‘Lucifer’", ha aggiunto.

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Poi, ha detto ai carabinieri dove trovare il cellulare di Chiara, di cui si era disfatto dopo averla uccisa. L’aveva buttato lungo il torrente che passa sotto casa sua, una delle tante frazioni tra le colline del comune di Valsamoggia. Il cellulare della ragazzina è stato acquisito agli atti e il suo contenuto dovrà essere adesso analizzato. Lo stesso lavoro sarà fatto su telefonino, tablet e pc sequestrati a casa del sedicenne. Dove i militari hanno trovato anche gli abiti che indossava domenica mattina, sporchi di sangue, e il grosso coltello da cucina, usato per colpire Chiara. In stato di fermo per omicidio, l’adolescente dovrà comparire questa mattina all’udienza di convalida. Intanto, la Procura oggi conferirà l’incarico per l’autopsia sul corpo di Chiara. Ai genitori, visto lo stato in cui si trova, non lo hanno fatto vedere. Verranno conferite anche le perizie per le analisi sui dispositivi elettronici sequestrati, mentre la difesa ha già annunciato che chiederà una perizia psichiatrica per il giovanissimo assassino, ora al Pratello. La Procura dovrà inoltre sentire anche altri ragazzini del giro di Chiara, con cui condivideva una chat di WhatsApp in cui era presente anche l’indagato e il cui contenuto è ora al vaglio.

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«Il mio assistito ancora non si rende conto di quello che è accaduto – commenta ora l’avvocato Fonzari –. È molto scosso. Cercheremo di tutelarlo il più possibile e siamo disponibili alla massima collaborazione con la Procura.E chiederemo una valutazione psichiatrica per capire se sia in grado di intendere e di volere".

Da quanto emerso, il ragazzo, che non frequentava i coetanei del paese, isolato e sempre in giro con un solo amico, era da qualche tempo seguito da uno psicologo ed era stato assistito dal servizio di Salute mentale dell’Ausl, così come Chiara. Lei fragile e timida, pensava di aver trovato un’anima affine. Non poteva immaginare che quel ragazzino magro e solitario un’anima non l’avesse proprio.