Bologna, 29 giugno 2021 - E' accusato di omicidio premeditato, il sedicenne fermato nella notte per l'uccisione di Chiara Gualzetti, la ragazza di 15 anni uccisa a le coltellate nel parco dell'Abbazia di Monteveglio. Secondo gli investigatori, ci sono elementi per sospettare che il ragazzo, che ha confessato pur tra mille ombre, abbia pianificato il delitto, dando appuntamento alla ragazza con l'intenzione di ucciderla e portando con sé un coltello che poi è stato trovato nella casa del ragazzino.
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Coltellate e calci, così è morta Chiara
In casa del ragazzo, i carabinieri hanno trovato il coltello, ancora sporco di sangue, gli abiti sporchi di sangue e il cellulare della vittima, oggetti di cui il ragazzo voleva disfarsi. E' stato tutto sequestrato, assieme al cellulare e al pc de ragazzo.
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Le indagini
"Oggi chiederemo la convalida al gip e la custodia cautelare in carcere", fanno sapere gli investigatori a suo carico ci sono "gravi indizi di colpevolezza e pericolo di fuga". Al ragazzo sono stati sequestrati i telefoni per ricostruire i rapporti tra i due, i messaggi che si sono scambiati. L'indagato ha cancellato alcune chat, anche sui social, prima di essere rintracciato dai militari. Sequestrato anche il coltello che sarebbe stato usato per il delitto.
Chiara sarebbe stata uccisa subito, nel parco dell'Abbazia di Monteveglio, e lì il corpo è rimasto fino al ritrovamento.
Il giallo del movente
''Diceva che voleva morire, lei era infatuata di me ma a me non piaceva'': è un racconto confuso quello che il ragazzino fermato ha fatto agli investigatori. Che Chiara fosse invaghita di lui, è un particolare confermato anche da altri amici. ''Durante il lungo interrogatorio ha detto che lui era a conoscenza delle frasi pronunciate da lei come 'voglio morire' - affermazione non si sa quanto reale o pronunciata per attirare l'attenzione"', spiegano in procura. Al momento ''il movente è al vaglio, non è chiaro''.
La voce del demone
Sempre durante il lungo interrogatorio, il fermato avrebbe detto di aver agito sulla base di una spinta superiore, una sorta di voce interiore che gli ha detto di uccidere riferendo appunto che la ragazza gli aveva espresso il desiderio di morire. "Sentivo il demone dentro di me, sono uscito di casa con un coltello per ucciderla", avrebbe detto agli investigatori. In più occasioni, il giovanissimo indagato ha fatto riferimento "a una presenza demoniaca che lo spingeva a compiere atti sempre più violenti verso le persone - spiega il comandante in sede vacante della Compagnia dei Carabinieri di Bologna Borgo Panigale, capitano Riccardo Angeletti - ma ha detto anche "di essere infastidito dalle avances della giovane ragazza".
"Faremo una perizia psichiatrica nei confronti del ragazzo fermato che ha una personalità particolare. Bisogna vedere quanto c'è di costruito nel dire che sentiva 'voci superiori' che gli hanno detto di uccidere. Questo accenno suggerisce un approfondimento".
Chi è lui
Di lui si sa che è un ragazzo chiuso, “un po’ particolare“, seguito da uno psicologo. I genitori di Chiara Gualzetti non avevano molto piacere che i due uscissero insieme. Eppure domenica la quindicenne si era di nuovo vista con l’amico un po’ più grande, che abita sempre nel maxi comune di Valsamoggia. Un incontro su cui si sono concentrate le attenzioni degli inquirenti. Ogni minuto di domenica mattina viene passato al setaccio nella caserma di Bazzano. Dove il sedicenne viene sentito per primo. E le sue parole non sono sempre le stesse. Si contraddice, racconta di aver incontrato Chiara e poi di averla subito lasciata. Ma questa versione per i militari non è attendibile. Poi spunta fuori la chat cancellata. E la confessione.
La confessione
Oltre alla sua confessione, c'è una chat cancellata su Instagram e lui è stato l'ultimo con cui la vittima aveva un appuntamento. Ai carabinieri ha detto di aver agito da solo, di aver dato appuntamento a Chiara Gualzetti, portandola ai margini del bosco nel parco dell'Abbazia di Monteveglio e lì l'ha uccisa, domenica scorsa. In quel punto, parzialmente nascosto da un cespuglio, il cadavere è rimasto per un giorno, quando è stato trovato, ieri pomeriggio, dai volontari attivati dai genitori. Il racconto del sedicenne sarà riscontrato in ogni suo punto dai carabinieri e dalla Procura per i minorenni di Bologna.
La verità nell'autopsia
Oggi sarà eseguita l'autopsia per verificare i tempi e le modalità del delitto, compiuto a coltellate. E sono stati sequestrati i telefoni per ricostruire i rapporti tra i due, i messaggi che si sono scambiati comprese quelle chat cancellate prima di essere rintracciato dai militari.
Il corpo era parzialmente nascosto da un cespuglio, ma è comunque strano che sia rimasto in quel punto per tutta la giornata di domenica senza che nessuno lo notasse.
Il provvedimento di fermo per il 16enne è stato eseguito alle 4.30 dai carabinieri del nucleo operativo della Compagnia di Borgo Panigale e del nucleo investigativo del comando provinciale. A suo carico ci sarebbero diversi riscontri oggettivi, oltre alla confessione. Il movente è al vaglio degli inquirenti. Su disposizione del pm della Procura per i minorenni Simone Purgato, il 16enne è stato portato in un centro di giustizia minorile.
"Il mio assistito è molto scosso e si è messo a piena disposizione. Capiamo il dolore della famiglia. Che è il dolore di due famiglie". Così l'avvocata Tania Fonzari, difensore di fiducia del sedicenne fermato nella notte per l'omicidio di Chiara Gualzetti, coetanea trovata morta ieri pomeriggio a qualche centinaio di metri da casa, a Monteveglio, nel Bolognese. La legale è stata al fianco del giovane fino a tarda notte, quando si è concluso l'interrogatorio durante il quale ha confessato. Ora si attende la fissazione dell'udienza davanti al Gip del tribunale per i minorenni di Bologna per la convalida del fermo