REDAZIONE BOLOGNA

Omicidio a Bologna: fermato il coinquilino

Francesco Ferioli, 48 anni, è già in carcere. Andrea Beluzzi, la vittima, è stato ucciso con varie coltellate al petto. I due convivevano nell’ambito di un progetto dei servizi sociali

San Giovanni in Persiceto (Bologna), 1 gennaio 2024 – Francesco Ferioli è stato fermato con l’accusa di omicidio volontario di Andrea Beluzzi, 54 anni, ucciso nella serata di San Silvestro (video). Ferioli, veterinario ora disoccupato e padre separato di 48 anni, è stato portato al carcere della Dozza.

Omicidio di Andrea Beluzzi: fermato il coinquilino
Omicidio di Andrea Beluzzi: fermato il coinquilino

Era stato proprio Ferioli, che abitava con Beluzzi da novembre, a chiamare il 118 e i sanitari hanno avvisato anche i carabinieri: Beluzzi era stato accoltellato almeno tre volte al petto. Il corpo era riverso vicino al letto.

Sono state le indagini dei carabinieri a permettere il fermo: nel giro di poche ore, grazie agli elementi raccolti anche dal reparto del Sis, la sezione delle investigazioni scientifiche dell’Arma, sono stati raccolti elementi che il pm è Flavio Lazzarini ha ritenuto sufficienti per disporre la misura cautelare in carcere di Ferioli. Ancora da chiarire il movente dell’omicidio.

Il progetto di coabitazione sociale

I due vivevano in una casa comunale ed erano seguiti dai servizi sociali del Comune di San Giovanni in Persiceto. Proprio nell’ambito del progetto in cui erano coinvolti, erano inseriti in un progetto di coabitazione solidale del Comune che prevede di individuare persone in difficoltà economiche, in equilibrio psicologico, e proporre loro di condividere una casa, le spese, con una partecipazione del Comune. La casa in questo caso era della vittima, Andrea Beluzzi, che da un paio di mesi circa aveva accettato di accogliere Francesco Ferioli, reduce da una separazione, che viveva da qualche tempo nella sua auto.

Il sindaco: fatto inspiegabile

"Un fatto veramente inspiegabile - dice all'Ansa il sindaco di Persiceto, Lorenzo Pellegatti - I due non lavoravano, ai servizi risultavano incensurati, e la loro coabitazione non aveva mai dato problemi, anzi. Per i servizi erano un esempio, un riferimento per come i due avevano mostrato anche voglia di ricominciare, di recuperare la loro vita, la loro autonomia, lasciando il passato alle spalle. Insomma c’erano tutte le condizioni per tornare a una vita accettabile da parte di entrambi".