Anzola Emilia (Bologna), 17 maggio 2024 – Giampiero Gualandi, classe 1961, di Bologna, sposato, con due figli, laureato in giurisprudenza, è impegnato professionalmente nella polizia municipale (in quegli anni il corpo dei vigili urbani non era ancora stato chiamato di polizia locale) dal 1993.
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Ha svolto diversi incarichi in provincia di Bologna per approdare alla polizia municipale ad Anzola, negli anni duemila, quando era sindaca Anna Cocchi, e subentrare al posto del comandante in carica Mauro Querzè, che di fatto fu estromesso dalla sua mansione. Tanto che Querzè fece causa al Comune per mobbing e ricevette un indennizzo. Ma non solo, perché il Comune fu obbligato a dare a Querzè un posto di uguale qualifica.
Gualandi fu spostato successivamente nel presidio della polizia municipale di San Persiceto come comandante. Il suo compito fu quello di traghettare l’allora struttura organizzativa della polizia municipale verso l’Unione dei Comuni di Terre d’Acqua. Unione che rappresentava l’ambizioso obiettivo dei sindaci di Terre d’Acqua (Anzola, Calderara, Crevalcore, Persiceto, Sala, Sant’Agata).
“Vorre i creare – disse nell’occasione Gualandi – un clima organizzativo tale che i miei collaboratori possano essere soddisfatti e orgogliosi del lavoro che svolgono ogni giorno. L’obiettivo è quello di creare un gruppo di persone motivate che affrontino assieme ogni problema, con serenità e disponibilità". Successivamente però dopo la costituzione dell’Unione e dopo l’uscita del servizio di polizia locale dall’Unione, ogni Comune fece fronte a sé stesso, Gualandi fu spostato a Crevalcore per poi tornare ad Anzola verso la fine del 2020.
Gualandi in passato ebbe altri problemi con la giustizia. Nel 2015 fu accusato per aver scritto post su Facebook, con profili falsi, e, nel farlo, avrebbe screditato il sindaco di Anzola Giampiero Veronesi, che, in seno all’Unione di Terre d’Acqua, ha la delega alla sicurezza. Sulla pagina Facebook ‘Con Giampiero Veronesi sindaco’, iniziarono a comparire commenti, non lusinghieri, nei confronti del sindaco, provenienti da tre profili: Giacomo (Jack) Rossetti, Widmer Bianconi e Tiziana Chiari. In realtà, tutti e tre quei profili Facebook erano falsi account direttamente riconducibili, come ha scoperto la polizia postale, all’ex comandante Giampiero Gualandi. Da qui il rinvio a giudizio per i reati di diffamazione aggravata, sostituzione di persona e continuazione del reato.
In seguito Gualandi fu però prosciolto dall’accusa di falso ideologico, ma lui e altri due colleghi allo stesso tempo sono stati rinviati a giudizio per un altro abuso di ufficio, perché avrebbero favorito una società di Sant’Arcangelo di Romagna, prorogandole la gestione informatica dei verbali.