Bologna, 12 gennaio 2024 - Un minuto e 42 secondi per "portare Alessandra Matteuzzi in quest'aula", ha spiegato l'avvocato di parte civile per i suoi nipoti, Chiara Rinaldi. Un'arringa rapida la sua, un quarto d'ora appena, ma un pugno nello stomaco non di meno.
Il video – che pubblichiamo qui tagliato delle parti più esplicite e sconvolgenti – è stato proiettato questa mattina in aula durante il processo a Giovanni Padovani, l'ex calciatore ventottenne accusato di avere assassinato la ex compagna Alessandra, 56 anni, il 23 agosto 2022 sotto casa di lei.
L'ha massacrata a martellate in testa, poi calci, pugni, colpi di panchina. Per venti minuti ha infierito sul suo corpo agonizzante, provocandole 20 traumi diversi al viso e almeno 12 fratture. Sfigurandola e "cancellandola, annientando la sua bellezza", prima ancora di ucciderla e toglierle la vita per sempre.
La Procura - pm Lucia Russo e Francesca Rago - hanno chiesto l'ergastolo per Padovani, che in aula è rimasto impassibile tutto il tempo. Si è riscosso solo alla proiezione del video. Nei primi minuti del video, sulle note di una canzone inedita scritta ad hoc per Sandra da Dj Rame & Riky Cardelli (Rame era amico della Matteuzzi) e intitolata 'Nuvola', si vedono momenti spensierati e buffi della donna, di vita normale: la tombola in famiglia, i giochi coi nipoti, gli abbracci alla mamma, il cassonetto dell'immondizia che non si apre... Alessandra ride e scherza coi suoi. Poi, un paio di immagini con Padovani, in bianco e nero. La musica si fa dura. E le successive immagini sono del corpo di Alessandra, tumefatto e sfigurato. Senza vita, sul tavolo dell'autopsia.
In aula, la sorella Stefania ha urlato tra i singhiozzi. Padovani ha chiuso gli occhi, ha scosso la testa e mormorato 'no'. Poi si è richiuso nella sua imperturbabilità.
"Alessandra non ha assunto l'aura della vittima perfetta – chiosa dura l'avvocato Rinaldi -, anzi si è parlato del fatto che a 56 anni non avesse un marito né dei figli, perché la nostra società non contempla che una donna possa liberamente scegliere di non avere una famiglia tradizionale. Si è detto che vestiva in maniera discinta, postava sui social foto disinibite e provocanti, forse aveva fatto interventi di chirurgia estetica. Ma lei oggi non può entrare in quest'aula e replicare, raccontare di quanto le piacesse il profumo alla vaniglia, o la birra Corona bevuta direttamente dalla bottiglia, i rossetti di Dior. Non potrà raccontarvi di essersi innamorata perdutamente di un ragazzo che non l’ha mai ricambiata e che al contrario l'ha isolata dagli affetti più cari, annichilita, spaventata e alla fine uccisa. Non potrà farlo perché è stata ammazzata senza pietà, perché Giovanni Padovani ha scientemente premeditato e deciso che Alessandra non aveva più diritto di vivere, di ridere, di bere la birra Corona a collo, di mettersi il rossetto di Dior e, perché no, di fare l’amore con nessun altro".