Bologna, 11 settembre 2022 - La telefonata, le urla e poi la tragedia. La sequenza dell'orrore prima della morte di Alessandra Matteuzzi: dall'altra parte del telefono c'era Stefania, la sorella, che oggi al programma di Rai 1, Domenica In, ha raccontato il calvario vissuto negli ultimi mesi dalla 56enne uccisa dall'ex , Giovanni Padovani.
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"Quel giorno lì (quello dell'omicidio, ndr) io l'ho vista. Mi disse – ha spiegato Stefania alla conduttrice Mara Venier -. che era disperata per Giovanni, che il giorno prima si era presentato di nuovo sotto casa e le aveva staccato la luce. Lei era convinta che lui non ci fosse quella sera, che fosse in Sicilia con la squadra. Volevo che restasse da me a dormire ma lei doveva dare da mangiare al cane. Eravamo a telefono insieme, prima ancora che entrasse dal condominio. Poi a un certo punto ho sentito solo urla di lei e di lui incomprensibili. Non c'è stato dialogo. Ho chiamato subito i carabinieri con il telefono del mio compagno e intanto al telefono sentivo ancora le urla. Mi sono precipitata da lei a Bologna, ma quando sono era arrivata era già troppo tardi".
Sono momenti drammatici, le due sorelle il 23 agosto erano insieme, si erano viste per cena. Stefania non riesce a perdonarsi: "Le avevo detto di restare a dormire a casa mia, nonostante fossi nel mezzo di un trasloco - spiega -, ma non ha voluto, perché doveva andare a dare da mangiare al cane anziano". Stefania e Sandra (così la chiamavano gli amici più stretti, altrimenti era 'Ale'), spesso stavano al telefono "finché lei non saliva in casa", un'abitudine presa vista l'insistenza di Padovani.
Questo, perchè dopo un anno di relazione lui aveva iniziato ad assumere un comportamento strano, chiedendo alla donna anche un video ogni 10 minuti per sapere dove fosse. Il 22 luglio ha deciso di lasciarlo. "Quella sera sono andata a casa sua con una scusa. Noi ci eravamo allontanate in quel periodo, io avevo paura del comportamento di questa persona, lei però continuava a dargli una possibilità. Lei ha confessato che era disperata. Il 29 luglio è andata a fare la denuncia. Ha fatto finta finta di andare in vacanza per far vedere che non era a casa". Poi, un mese dopo, la tragedia.