Arte Fiera 2024 è un successo, con oltre 50.000 visitatori e soprattutto con le gallerie contente di un’edizione così ben fatta e altrettanto ben frequentata. Ma Bologna non è all’altezza per quanto riguarda servizi e ricettività. È la constatazione finale di una squadra organizzativa che in due anni ha risollevato le sorti di una manifestazione che solo nel 2022 pareva "spacciata" e che poi ce l’ha fatta con strategie azzeccate. Sono il direttore artistico Simone Menegoi e il direttore operativo e collezionista Enea Righi, a tirare le somme dell’edizione del cinquantennale della fiera d’arte che su quel "dal 1974" dovrebbe senza dubbio continuare a investire. E nel farlo c’è un respiro di sollievo, rispetto soprattutto alle aspettative che erano state messe in campo e che hanno creato quella "hype" vincente. "È andata anche meglio delle aspettative rispetto all’afflusso di gente, al clima festoso, all’eccitazione che si sentiva – racconta Simone Menegoi – abbiamo corso un rischio lanciando questa idea del cinquantenario, perché l’attesa era altissima e poteva andare delusa, ma ora che ce l’abbiamo fatta posso dire che è stata la migliore edizione da tanti anni a questa parte". E aggiunge: "Potevamo lasciarlo passare inosservato il cinquantenario, dopo tutto la ricorrenza precedente era stata fatta contando le edizioni e alla 50 ne mancano ancora tre, però ci tenevo a tagliare questo traguardo da direttore, quindi abbiamo lanciato la cosa, abbiamo fatto crescere l’aspettativa, ma il soufflé poteva anche sgonfiarsi in forno".
Parte della strategia del ‘prodotto’ Arte Fiera è stata una massiccia campagna di inviti a collezionisti e Vip – nella prima giornata, solo a inviti, sono arrivati in 5000, più dello scorso anno – che creano il terreno ideale per attrarre poi le gallerie giuste. Un investimento che paga. "Non è importante dire quante gallerie ci siano – dice Menegoi, ma quali". In effetti il 2024 è stato il grande ritorno di nomi importanti che si sono aggiunti a quelli eccellenti del 2023. E poi: "Prima di invitare certi galleristi è importante sapere che avranno un pubblico importante e viceversa". E cosa hanno detto i galleristi? Menegoi: "Dicono che, considerando che il momento non è dei più felici, non ci si può lamentare, magari hanno venduto meno di quello che avrebbero voluto ma che i collezionisti c’erano, gli stranieri interessati pure".
Riscontro molto positivo anche da parte di Enea Righi che ha il contatto diretto coi collezionisti e i Vip, che hanno pure il polso della situazione ricettiva della città. "Tutti mi hanno detto che questa è stata l’edizione migliore degli ultimi anni – afferma – è ritornata Bologna degli anni Settanta, quando questo era il centro della grande arte italiana, perché si è creato un clima empatico che non si trova nelle altre fiere al momento, questo mi hanno detto i galleristi". La fiera ha fatto il suo, ma secondo Righi la città non è all’altezza. "Sentire persone che non trovano un taxi, collezionisti che tornano in albergo in autobus… e non siamo propriamente a Basilea per l’efficienza – dice il manager –. E poi imprenditori che trovano camere mediocri a prezzi altissimi. Se la città non si solleva… bisogna lavorarci".