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Ocratossina nel caffè sequestrato in Emilia Romagna: l’esperta spiega cos’è e perché è pericolosa

Dai controlli alla normativa, Luciana Prete, direttore Unità operativa Igiene alimenti e nutrizione dell'Ausl di Bologna spiega come si formano le micotossine e in quali alimenti si possono trovare

Bologna, 3 maggio 2024 - La filiera produttiva del caffè nel mirino dei Nas di Bologna, ispezioni a Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini: trovato del caffè scaduto da anni e contaminato da ocratossina, non ancora commercializzato. In particolare, la presenza della micotossina è stata riscontrata in 2.400 chili di caffè in uno stabilimento bolognese. Cerchiamo di capire meglio i rischi e la pericolosità di questa sostanza. 

Luciana Prete, direttore Unità operativa Igiene alimenti e nutrizione dell'Ausl di Bologna
Luciana Prete, direttore Unità operativa Igiene alimenti e nutrizione dell'Ausl di Bologna

Luciana Prete, direttore Unità operativa Igiene alimenti e nutrizione dell'Ausl di Bologna, cos'è l'ocratossina? 

"E' una micotossina, la muffa da cui si origina è di color ocra: il nome deriva da questo. Si tratta di un gruppo di sostanze contaminanti naturali che non derivano dall'azione dell'uomo, ma da muffe che si formano molto spesso durante il periodo di crescita delle varie piante. Determinati sono la temperatura, il caldo e l'umidità. Ma non tutti gli elementi con muffe contengono delle micotissine".

Quali sono le microtossine più pericolose?

"Le aflatossine e le ocratossine. Le prime si possono trovare ad esempio in cereali e frutta secca. Le seconde, in alimenti tipo il caffè, la birra, l'uvetta".

Come si può prevenire la formazione di micotossine?

"Con le tecniche di coltivazione ad esempio. Ma non tutti i metodi usati riescono a togliere la presenza di micotossine. Le aflatossine sono più difficili da eliminare. L'agricoltore deve evitare il caldo e l'umidità".

Ci sono delle norme che stabiliscono dei limiti?

"C'è una normativa molto severa. La prima risale al 2006, nel 2022 c'è stato un aggiornamento che stabilisce l'unità di misura per chilo: 3 microgrammi nel caffè tostato e 5 in quello solubile".

Quali sono i pericoli collegati all’assunzione di micotossine?

"Sono molto pericolose: sono davvero cancerogene. Le aflatossine colpiscono il fegato, le ocratossine il rene".

Che tipo di controlli vengono fatti?

"Vengono fatti nelle diverse fasi: in campo, in azienda e durante il confezionamento. Quindi sul prodotto finito. Noi, come azienda Usl dal 2016 ad oggi non abbiamo riscontrato, durante i controlli, alcuna positività di ocratossine nel prodotto finito, cioè quello che andiamo a mangiare".

Nel caso specifico del caffè sequestrato dai Nas?

"Il prodotto non è in commercio: è un prodotto, una partita su cui dobbiamo ancora fare delle analisi. Vorrei tranquillizzare i consumatori: il prodotto non è in commercio".

La pericolosità dell'assunzione delle micotossine è rapportata alla quantità?

"In Europa non ci sono in tal senso rischi elevati, ci sono controlli. Si parla di 3 milligrammi per chilogrammo come quantità tollerata. E' un calcolo fatto in via precauzionale".

Quali sono gli alimenti che possono essere intaccati dalle micotossine?

"Cereali, uvetta, erbe essiccate, pistacchi, cacao. E i derivati".

Sono riconoscibili dal consumatore?

"No, sono inodore e insapore. Bisogna affidarsi ad aziende serie".

Come vengono eseguite le analisi?

"In una partita le micotossine si possono sviluppare solo in alcune parti. Il metodo utilizzato dalla comunità scientifica prevede che si prendano dei campioni, almeno cento in diversi punti, . Da questi cento si crea un unico campione che viene analizzato per individuare se nella partita sono presenti delle micotossine.".