REDAZIONE BOLOGNA

Occupato l’Istituto Santa Giuliana in via Mazzini a Bologna, il collettivo Luna: “Così apriamo spazi a chi cerca casa”

Il comunicato: “Un’importante sfida politica per evitare che Bologna diventi davvero una città solo per ricchi e turisti e perché gli spazi vengano auto-redistribuiti a chi viene escluso dal mercato immobiliare”

Bologna, 6 ottobre 2023 – Nuova occupazione a Bologna. Questa mattina il collettivo Luna (costola universitaria di Labas) ha occupato l’istituto Santa Giuliana di via Mazzini 90 stabile “vuoto da un anno” della Chiesa della Congregazione delle Suore Mantellate Serve di Maria che ha stanze “già pronte”. Lo annuncia lo stesso collettivo che alle 12 terrà una conferenza stampa e alle 16 un'assemblea pubblica dell'occupazione. “Abbiamo aperto per chi cerca casa, per chi è costretto a stare su divani, chi in AirBnb, chi per strada”, spiegano.

Occupato dal collettivo Luna (costola universitaria di Labas) l'Istituto Santa Giuliana di via Mazzini
Occupato dal collettivo Luna (costola universitaria di Labas) l'Istituto Santa Giuliana di via Mazzini

“Oggi abbiamo aperto le porte dell’Istituto Santa Giuliana – scrivono in un comunicato – un grande stabile vuoto e in vendita nella città di Bologna, di proprietà della Chiesa. Parole d’ordine: In/Out, dentro la città, fuori dal mercato”.

"Lo facciamo – aggiungono nel comunicato – per aprire uno spazio per chi cerca casa, per chi è costretto a stare su divani, chi in Airbnb, chi per strada. Lo facciamo forti delle esperienze che abbiamo avuto negli ultimi 365 giorni, nelle quali abbiamo sperimentato forme di abitare collaborativo, abbiamo restituito spazi alla città, abbiamo auto-recuperato stabili abbandonati, abbiamo lottato con tante persone e dialogato anche con chi è diverso da noi”.

"Soprattutto a fronte di tutto ciò, è inaccettabile vedere grandi spazi vuoti – aggiungono ancora-, pronti ad essere venduti al miglior offerente invece che essere adibiti a case degne per tutti. Per noi questa occupazione è un'importante sfida politica alla città: uno spazio in vendita è facile preda di chi ha grandi capitali da investire nel mercato immobiliare, ma sappiamo benissimo che l’iniziativa privata spesso lede l’interesse pubblico. Nel caso della dismissione di questo stabile, ha già leso l’interesse di 60 studentesse, 24 insegnanti e dipendenti, quasi 80 bambini che studiavano alla scuola materna ed elementare.

"Per evitare che vinca la rassegnazione e la rinuncia – conclude il comunicato del collettivo –, e che Bologna diventi davvero una città solo per ricchi e turisti, occorre lottare perché gli spazi della città non vengano mangiati dai soliti noti, ma che, anzi, vengano auto-redistribuiti a chi viene escluso dal mercato immobiliare. La sfida di IN/OUT vuole interrogare la città tutta. È ora di dare un forte segnale a questo governo e ai privati”