
Dopo il Minghetti, tocca al liceo di via Garavaglia: "Troppo stress da parte dei professori". La preside apre al dialogo e il vessillo viene rimosso: "Momento complesso, ma c’è collaborazione" . .
Dopo il Mingo, il Cope. Dopo il liceo Minghetti di via Nazario Sauro, ora è il turno del liceo Copernico di via Garavaglia ad essere occupato. E giusto oggi si prepara un collettivo straordinario del liceo Laura Bassi da Labàs in vicolo Bolognetti. Al Cope, la protesta scatta intorno alle 7 di mattina. Poco prima, la preside Claudia Giaquinto, alla sua prima occupazione essendo arrivata a settembre, era entrata a scuola, togliendo l’allarme. Alcuni ragazzi, approfittandone, forzano la finestra del lotto 5 e penetrano nell’edificio. Spuntano barricate. Mezz’ora dopo è la volta di varcare la porta a vetri dei docenti e degli studenti che annunciano l’occupazione. Immancabile lo striscione d’ordinanza appeso fuori. Comincia così la lunga giornata della preside che apre subito il dialogo, con i ragazzi del collettivo, per vedere come gestire la situazione. Una mossa che, alla fine, porta frutto: niente lezioni, ma i test Invalsi, il Collegio dei docenti e i corsi di formazione sulla sicurezza per gli insegnanti si possono tenere. I liceali stilano un codice di comportamento, organizzano gruppi di lavoro e tirano a lucido la scuola prima di ritirarsi nella palestrina per la notte. In questo modo nell’edificio principale può essere attivato l’allarme. Una soluzione adottata già in passato quando, durante un’occupazione, il Cope venne assaltato da esterni.
Nel frattempo, sul tetto del Cope spunta una bandiera palestinese e vengono ‘ammainate’ o meglio arrotolate attorno al pennone il Tricolore e la bandiera europea. A far da coreografia: quattro fumogeni. Un atto che viene stigmatizzato dalla stessa dirigente che ottiene, nel pomeriggio, la rimozione del vessillo palestinese. "È un momento complesso, ma c’è collaborazione", avverte Giaquinto, che di più non dice, salvo respingere al mittente uno dei motivi della protesta. Gli alunni denunciano infatti il malfunzionamento dello sportello dello psicologo e troppo stress da parte dei professori.
"Nessuna segnalazione sullo sportello ci è mai stata consegnata – spiega –. Inoltre, esiste una commissione di docenti sul benessere a scuola che monitora la situazione". Per il resto, i motivi della contestazione vanno dalla politica internazionale a quella nazionale, passando per le critiche aspre al "ministro-sceriffo" dell’istruzione e del merito, Giuseppe Valditara. Il Cope occupato solidarizza con i cinque ragazzi del Mingo denunciati dal preside per interruzione di pubblico servizio, avendo impedito, mercoledì mattina, l’accesso al liceo a tutti. Dal preside Roberto Gallingani ai docenti fino ai collaboratori scolastici. Molti i messaggi di solidarietà ricevuti dal preside alle prese con la convocazione del Collegio dei docenti che dovrà valutare i "provvedimenti di ordine disciplinare ed eventuali interventi didattico-pedagogici in seguito all’occupazione degli studenti". Dal canto suo, Gallingani non nasconde una "profonda amarezza per l’atteggiamento antidemocratico e prevaricatorio mantenuto fino alla fine dal gruppo degli studenti occupanti, che non fa certo onore alla comunità scolastica cui appartengono. Ora però si deve aprire una fase di riflessione sul piano didattico-pedagogico, i cui protagonisti saranno gli organi collegiali della scuola".