Bologna, 30 luglio 2024 – “Rischiamo di restare anni nei container? Va bene perché, alla fine, avremo una scuola che rispetta la nostra identità”. Sempre che questa scuola – o meglio, questa succursale – si riesca a costruire. A poche ore dal Consiglio di Istituto che ratificherà il no al trasloco al Polo dinamico di via Zacconi – mossa che libera gli spazi per lo spostamento delle Besta – il cellulare della preside del liceo Sabin, Rossella Fabbri, non smette di vibrare. Il suo “no” al trasloco, Fabbri lo aveva già pronunciato venerdì a Palazzo d’Accursio, con il placet di Collegio dei docenti e Consiglio di Istituto, oltre agli studenti.
Una soluzione, quella di andare in via Zacconi e abbandonare container, che sembrava fino a pochi giorni fa inevitabile. Ma nel giro di poche ore, la vicenda ha preso una piega incredibile. Anche se, per il liceo di via Matteotti, una prima accelerazione era già arrivata circa tre mesi fa “quando un’ingegnera della Città metropolitana – racconta la preside –, parlando dell’ipotesi di costruire una succursale dietro al Sabin, ci spiegò che sarebbe stato difficile, ma non impossibile”. Stupita, Fabbri aggiunge: “Per anni, i tecnici della Città metropolitana ci hanno detto che non era fattibile”.
Venerdì, Palazzo d’Accursio: si trovano il sindaco, la capo di gabinetto Matilde Madrid, il direttore generale Valerio Montaldo, l’assessore alla Scuola Daniele Ara, il provveditore Giuseppe Antonio Panzardi, la preside del Sabin e on line la preside dell’Istituto comprensivo 10 Elisabetta Morselli che conta la famosa media Besta. Il Palazzo se ne esce con l’accrocchio: Besta dentro al Polo dove 20 aule avrebbero accolto il Sabin che invece resterà dov’è, con la sede di via Matteotti stipata, 16 aule-container da circa 500mila euro l’anno di spesa e la prospettiva, molto futura, di una succursale proprio dietro l’edificio principale. A Palazzo, specifica la preside Fabbri, “ho ribadito che il Polo è bellissimo, ma non corrisponde alla nostra volontà. Sono cinque anni che chiediamo alla Città metropolitana la succursale in b e i tecnici ci hanno sempre detto che non era fattibile”.
Di colpo, la soluzione per la succursale di fianco al Sabin si trova, anche se diversi ingegneri della Città Metropolitana sanno bene cosa c’è sotto a quei terreni: la Tav. Inoltre il Sabin confina, nella parte retrostante, con la Collezione Storica Atc (ora Tper), con ingresso su via Bigari: treni e autobus sotto un capannone dell’Ottocento tutelato dalla Soprintendenza, inagibile a causa dei lavori per l’Alta Velocità. Insomma, non proprio un percorso privo di ostacoli. In più, il Polo dinamico di via Zacconi, fresco di vernice, andrà di nuovo risistemato, essendo concepito per una superiore e non una media.
E poi c’è un tema di risorse: l’edificio è costato 11,4 milioni di euro, di cui 1,9 in quota all’ex Provincia e il resto dal fondo Fsc (risorse europee che, attraverso la Regione, arrivano a via Zamboni): tutto vincolato alle superiori, ma ora va una media. In ogni caso così andranno le cose, mentre Fabbri dice di essersi trovata “davanti ad una decisione compiuta” e di “aver avuto garanzie dal sindaco che sarà un progetto partecipato”. Si vedrà se anche senza ostacoli.