Non si può ancora parlare di un accordo trovato. Però il percorso per trasformare Bologna Welcome da società a fondazione è ufficialmente partito ieri, con il summit che si è tenuto in Comune e al quale hanno partecipato il sindaco Matteo Lepore e tutti i soci privati (e la Camera di commercio) della società che gestisce la destinazione turistica della città. Una bozza di statuto ancora non c’è (l’impalcatura sarà quella dell Fondazione Cineteca), ma presto ci sarà e Palazzo d’Accursio è deciso a tirare dritto, con la delibera della creazione della fondazione che dovrebbe arrivare in giunta entro novembre. Il processo di trasformazione, invece, dovrebbe completarsi entro giugno 2023.
Gli obiettivi. Più libertà nel gestire i fondi, che sicuramente cresceranno, e maggiore coordinamento, anche per le risorse, per gestire sotto un unico cappello Turismo, Sport e Cultura. La strategia di Matteo Lepore è chiara, Bologna Welcome (che terrà il marchio) si appresta a diventare qualcosa di più grande, più potente, saldamente controllata dal pubblico e con una programmazione ambiziosa che non si riduca ai soli tre mesi del bando attuale. Che sparirà. Come anticipato dal Resto del Carlino, ieri è stato inoltre chiarito che il capitale sarà interamente pubblico. Cinque i posti nel nuovo Cda: due scelti da Comune e metropoli, due dalla Camera di commercio e un quinto concordato tra pubblico e privato. Potrebbe, è una possibilità, entrare nella governance anche il Comune di Modena, città oggi gemellata con Bologna per la destinazione turistica. Dentro la Fondazione verrebbe creato anche un comitato d’indirizzo, con tutti i soci privati. Che poteri avrà? E’ il tema attuale di discussione, ma Lepore nel suo discorso molto prospettico per la nuova Fondazione avrebbe assicurato continuità al modello pubblico-privato che ha fatto le fortune dell’attuale società. La Fondazione controllerebbe anche una società di scopo che si occuperebbe di promozione e commercializzazione, mentre resta aperta la partita per la presidenza. Alcune indiscrezioni parlerebbero di Mattia Santori, ma nulla è definito. Enrico Postacchini, presidente di Ascom Bologna e dell’Aeroporto. "Dovremo valutare – ha dichiarato –, vedremo lo statuto quando ci sarà, è fondamentale l’intento di mantenere la gestione-pubblico privato". Per Massimo Zucchini, presidente provinciale di Confesercenti, "le sfide del turismo sono sempre più importanti e siamo molto fiduciosi per il futuro di quest’operazione. Dentro però la nuova forma devono esserci il più possibile i privati".
Ieri Lepore ha incontrato anche i sindacati, che hanno chiesto garanzie per i 50 lavoratori in transizione. Il rapporto di lavoro non dovrebbe subire modifiche, come conferma Alessandro Atzeni di Filcams-Cgil. "Lepore ha illustrato un progetto industriale molto interessante – sottolinea –, con una crescita importante anche per la qualità del lavoro. Un buon inizio, noi però vogliamo vedere queste idee messe nero su bianco". Intanto anche altre realtà guardano con curiosità al processo, come Confagricoltura. Il presidente bolognese Guglielmo Garagnani: "Se una modifica ci sarà, ci auguriamo che nella costruzione di una nuova impalcatura ci si ricordi che esiste un’agricoltura che stando un contributo importante al turismo. Pronti, nel caso, a parlarne".
Paolo Rosato