Che il Crudo di via San Mamolo fosse frequentato da escort, chiamate "amiche" da Omar Mohamed, era cosa nota non solo ai frequentatori che ci si intrattenevano, ma anche al personale del locale. Nella denuncia, per stalking sul lavoro, sporta dalla giovane cuoca del ristorante nei confronti del suo titolare e agli atti dell’inchiesta della Finanza, la ragazza spiegava infatti che le attività che si svolgevano da Crudo andavano ben oltre le cene a base di sushi: riferisce di scontrini battuti a caso; di piattini "broccati d’oro" che uscivano puliti dalla cucina e tornavano "rigati"; e poi delle giovani prostitute che arrivavano per allietare le cene - e i dopocena - di clienti facoltosi, contattate direttamente da Mohamed.
Nel nutrito corpo di intercettazioni che compongono l’ordinanza di misura cautelare, emergono queste ‘consuetudini’ che si concretizzano nell’accusa di favoreggiamento della prostituzione per l’imprenditore. Come la chiamata effettuata la sera del 10 settembre di due anni fa a una di queste ragazze. Mohamed la chiama mostrando una certa urgenza, perché al locale ha un notaio di Livorno "murato di soldi", che dopo aver speso circa 700 euro tra sushi e champagne era pronto a spendere il resto con qualche ragazza disponibile a fargli compagnia. Dalle parole di Mohamed emergono impazienza, emozione e fretta: per invogliare la escort a sbrigarsi, le dice che lui è arrivato con 5-6mila euro in contanti. Le chiede di arrivare in 20 minuti, perché il notaio è "un matto" a cui piace "il maccarone", ossia non disdegnerebbe rapporti particolari. E che c’è da "prendere un bel po’". Lei acconsente. La mattina dopo, i commenti che Mohamed fa della serata, al telefono con un amico, sono più che entusiasti: "Un delirio!".
Un paio di settimane dopo, Mohamed torna a contattare la ragazza, perché avrà a cena un altro imprenditore, del settore farmaceutico, che vuole compagnia. Un "miliardario pesante", per cui ha necessità di avere più prostitute a disposizione, quindi fa più telefonate. Contatta un’altra escort, che accetta di venire con un’amica. Ma prima chiede a Mohamed se le pagherà come ragazza immagine o, quantomeno, se le pagherà il taxi. Lui acconsente alla seconda richiesta, spiegandole che per il resto se la può vedere da sé, perché il cliente non è un "morto di fame". E lei se la vede da sé. E conclude con l’imprenditore per un "pensierino" da 350 euro in cambio di sesso.
Quando, il giorno successivo, Mohamed viene a sapere della cifra ricevuta dalla ragazza, non la prende bene. Anzi, parlando con un amico, dice che l’imprenditore ha sbagliato, che doveva darle al massimo 150 euro. L’apostrofa come una "disperata", per avergli fatto fare brutta figura con il cliente, una situazione che lo mette in imbarazzo e lo fa imbufalire, tanto da pensare a una vendetta. La prossima volta che lei si presenta, spiega al suo interlocutore al telefono, "prima la c...mo e poi non le diamo un ca...o".
Tuttavia, già la sera dopo, in difficoltà per l’arrivo di tre amici calabresi, torna a contattare la stessa escort, che però avendo un altro lavoro già pattuito a Modena non può accontentarlo. Mohamed si dimostra anche selettivo quando si tratta di ragazze da presentare ai clienti: quando una delle sue "amiche" gli propone di portare con sé una ragazza nuova, lui pretende di vedere una foto. Lamentandosi poi perché su Instagram le foto "son tutte truccate".
Nicoletta Tempera