E se le antiche pratiche "occulte" orientali avessero influenzato lo sviluppo scientifico? Alchimia, astrologia, geomanzia e magia, per secoli marginalizzate, potrebbero aver contribuito al progresso umano. A fare luce su questo affascinante passato sarà Mosaic – Mapping Occult Sciences Across Islamizzate Cultures, un progetto finanziato dall’European Research Council (ERC) con 9 milioni, vinto dall’Unibo grazie al professor Matteo Martelli, docente del Dipartimento di Filosofia dell’Università di Bologna. La ricerca sarà condotta in sinergia con importanti istituzioni accademiche del mondo: l’Université Catholique de Louvain (Belgio), la FAU Erlangen-Nürnberg (Germania), la University of South Carolina (USA) e l’Universitat Autònoma de Barcelona (Spagna).
Professor Martelli, come nasce il progetto di ricerca? "Nel 2017 avevo vinto un progetto europeo individuale sullo studio della storia dell’alchimia, e questo secondo finanziamento si pone in continuità".
In che cosa consiste il lavoro? "Intendiamo offrire una doppia restituzione: i testi, raramente studiati prima, sono in lingue extraeuropee come greco bizantino, siriaco, arabo, persiano e turco, quindi li tradurremo e renderemo accessibili in edizioni consultabili. Inoltre sperimenteremo in laboratorio le ricette antiche grazie alla collaborazione con i dipartimenti di Chimica (con la prof.ssa Lucia Maini) e di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali (con Marta Galloni), per osservare la connessione tra materia occulta e scienza moderna".
Qualche esempio? "L’alchimia si occupava della manipolazione della materia, mentre la geomanzia e l’astrologia miravano a predire il futuro. Sebbene i loro obiettivi fossero ovviamente impossibili, le metodologie utilizzate rivelano una sorprendente modernità scientifica: la geomanzia, ad esempio, si basava su calcoli binari simili a quelli dei computer odierni. In alchimia invece, le cosiddette “acque divine“ erano descritte come sostanze capaci di trasformare metalli comuni in oro o argento. In laboratorio, abbiamo replicato alcune di queste ricette, ottenendo liquidi tintori in grado di conferire al rame un aspetto straordinariamente simile all’oro o all’argento".
Perché secondo lei sono state definite per secoli ’occulte’? "È una delle domande principali della ricerca: il termine potrebbe riferirsi alla loro natura, si occupavano infatti di fenomeni avvolti nel mistero, o potrebbero essere state definite così dai diversi contesti religiosi".
Qual è il ruolo delle altre istituzioni? "Mentre la parte laboratoriale è peculiarità dell’Alma Mater, Erlangen si occuperà dell’astrologia, South Carolina e Belgio approfondiranno gli aspetti teorici e testuali, e Barcellona analizzerà i testi ottomani. L’obiettivo comune è di mostrare la connessione tra antico e moderno, tra occidente e vicino oriente".
Quali sono le tempistiche? "Il progetto dura sei anni, ma speriamo di avere i primi risultati prossimamente. Vorremmo digitalizzare una parte della ricerca, tra lavori laboratoriali filmati e fotografati, classificazioni web delle scienze occulte nei diversi periodi storici e tradizioni culturali e un’antologia di testi che prenderà in esame argomenti contro e a favore di queste pratiche per definirne la validità".