Non ci fu alcuna molestia sessuale sul posto di lavoro. Perciò il licenziamento è annullato e il dipendente, oltre a essere reintegrato e risarcito per i mesi di mancata retribuzione, va pure risarcito per il danno d’immagine. È questa la sentenza emessa nei giorni scorsi dal giudice del lavoro Maurizio Marchesini che, confermando l’ordinanza cautelare di un anno fa, ha appunto annullato il licenziamento di un dipendente (e rappresentante sindacale) della Fondazione Catis, l’azienda che fornisce ambulanze e altri mezzi sanitari lavorando in convenzione con Ausl e Sant’Orsola. L’uomo, impiegato da 18 anni nella Fondazione, nel 2021 era stato cacciato a causa della denuncia per molestie di una collega, che sosteneva di essere stata palpeggiata su fianchi e glutei davanti alla macchinetta marcatempo, alla fine di un turno di lavoro, alla presenza di un altro collega. Un’accusa che l’interessato ha sempre respinto con forza, spiegando che le aveva dato ’solo’ un pizzicotto sui fianchi per scherzo. L’inchiesta penale nel frattempo è finita con l’archiviazione e ora anche il giudice del lavoro ha dato ragione al dipendente. Questo perché il testimone citato dalla donna ha smentito la sua versione, raccontando di aver visto solo il pizzicotto sui fianchi, non il palpeggiamento sui glutei. A favore dell’uomo, poi, hanno testimoniato anche altre colleghe. Il giudice ha quindi ritenuto il provvedimento di Catis illegittimo. Non solo: l’uomo, difeso dall’avvocato Davide Bicocchi, ha subìto anche un danno di immagine (quantificato in 5mila euro) perché il licenziamento fu comunicato davanti a tutti. Ora la Fondazione dovrà risarcire il lavoratore, che nel frattempo ha trovato lavoro altrove rinunciando al reintegro, pagandogli tutto il dovuto.
Cronaca"Non molestò la collega". Risarcito il dipendente per il danno d’immagine