Bologna, 1 settembre 2021 - Più forze dell'ordine che manifestanti. E' finita con un flop l'attesa e temuta manifestazione no vax di oggi 1 settembre a Bologna. Alle 15,15 in piazza Medaglie d'Oro a fronte di una trentina di agenti tra Polizia, Municipale e Guardia di Finanza schierati davanti all'ingresso principale si sono presentati meno di 20 no vax capitanati dal titolare dell'Halloween pub, il locale 'disobbediente' di via Stalingrado che è stato anche chiuso nel gennaio scorso per aver violato le normative anti Covid. Senza mascherina i no vax hanno cercato di entrare in stazione ma sono stati lasciati fuori tra slogan anti green pass e no mask. Nessun blocco ferroviario "per protestare contro l'obbligo del certifato verde per spostarsi in treno" quindi come era stato annunciato dal movimento in tutta Italia e come si temeva anche qui a Bologna.
Ma l’odio no vax, ancora una volta, corre sui social. E prende di mira chi, contro il Covid, ci ‘mette la faccia’. Politici e amministratori, come l’ex premier Romano Prodi e il presidente della Regione Stefano Bonaccini che si sono ritrovati, loro malgrado, nel mirino del gruppo chiuso di Telegram che raccoglie anche la protesta dei ‘No Green pass’. "Anche il mio nome, con tanto di indirizzo di casa e recapito telefonico, è tra quelli diffusi nella chat dei No Vax che su Telegram invitano alla ribellione contro la ‘dittatura sanitaria’ e la ‘dittatura Covid’, informa il governatore dalla sua pagina Facebook.
LA GUIDA Green pass e trasporti: le regole
"Straparlano di libertà ma vogliono intimidire – aggiunge Bonaccini –, esponendo a rischi non solo me ed altri, ma anche i famigliari. Aggressioni verbali e, come purtroppo abbiamo visto anche negli ultimi giorni, anche fisiche. Episodi gravissimi e inaccettabili". Una questione di cui è già stata informata la polizia postale, che sta indagando, come anticipa il presidente della Regione: "Ho già segnalato il fatto alle autorità competenti – dice – perché si è superata la soglia della legalità. Personalmente non mi lascio intimidire. Questi attacchi non fanno altro che stimolarmi nel mio lavoro per portare fuori dalla pandemia la nostra comunità".
Un lavoro che si annuncia ancora lungo, vista l’aria di contestazione che si respirava in questa alba di settembre. Su Telegram, infatti, oltre alle minacce a Bonaccini, è anche apparsa infatti la ‘chiamata alle armi’ per la manifestazione anti Green pass organizzata per oggi pomeriggio nelle stazioni di mezza Italia. La scelta del luogo non è stato casuale visto che da da oggi, per viaggiare sui treni dell’alta velocità o a lunga percorrenza è necessario esibire il green pass di avvenuta vaccinazione. O, in alternativa, un tampone, antigenico o molecolare negativo effettuato entro le 48 ore dalla partenza.
"Non ci fanno partire con il treno senza passaporto schiavitù? Allora non partirà nessuno", era il messaggio sul volantino veicolato nella chat Telegram. Tra le città dove era prevista la manifestazione c’era ovviamente Bologna. L’appuntamento dei ‘No Green pass’ era per le 14,30 in piazza XX Settembre ma solo una ventina hanno risposto all'appello e nessuno di loro è riuscito a entrare in stazione.
L’annunciata manifestazione, monitorata dalla Digos, era stata oggetto di un apposito tavolo in Questura, nel corso del quale era stato stabilito il piano di intervento per evitare che la protesta potesse degenerare con l’interruzione del servizio come era nelle intenzioni degli organizzatori. La polizia sta monitorando, fin dalla mattina, la zona intorno alla stazione, tra i viali e piazza XX Settembre, con un nutrito numero di uomini del Reparto mobile a disposizione, una cinquantina, oltre al personale della Polfer, dei carabinieri e della Finanza, per un totale di un centinaio di operatori. Personale pronto a intervenire, in caso di necessità, qualora, come avvenuto in anni passati (ma in quel caso si trattava di antagonisti) i manifestanti avessero tentato un blitz per entrare in stazione.
L’incognita, era sui numeri di questa protesta: nella media, le manifestazioni che si sono tenute in città contro le restrizioni necessarie al contenimento della pandemia hanno visto la partecipazione di circa un centinaio di persone. E a fine luglio con l’introduzione delle nuove norme legate al Green pass, la prima manifestazione organizzata in piazza Maggiore ha visto numeri molto più alti, circa un migliaio di persone, protestare contro quello che i no vax hanno definito un "apartheid sanitario". Ma questa volta non è stato così. Solo in venti si sono presentati davanti alla stazione e nessuno è riuscito a entrare senza mascherina calzata sul volto.
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