REDAZIONE BOLOGNA

Neonazisti, Ziosi resta in carcere. Ma cade l’accusa di associazione

Al Riesame resta solo l’istigazione per uno dei "capi" della ’Werwolf division’

Al Riesame resta solo l’istigazione per uno dei "capi" della ’Werwolf division’

Al Riesame resta solo l’istigazione per uno dei "capi" della ’Werwolf division’

Resta in carcere Andrea Ziosi, il trentasettenne bolognese arrestato il 4 dicembre scorso insieme con altre 11 persone nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla Digos e coordinata dai pm della Dda di Bologna che ha colpito il gruppo neonazista chiamato ’Werwolf Division’.

I giudici del Riesame hanno infatti accolto il ricorso presentato dal legale di Ziosi, l’avvocato Roberto Nasci, in relazione all’accusa di associazione con finalità di terrorismo, ma lo hanno respinto invece per quanto riguarda quella di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa. E, rilevando gravi indizi di colpevolezza a suo carico, hanno comunque mantenuto nei suoi confronti l’applicazione della custodia cautelare in carcere.

Lo stesso orientamento i giudici del Riesame lo avevano espresso nei giorni scorsi per i fratelli Daniele e Federico Trevisani, che rispondevano degli stessi capi d’accusa e sono assistiti dall’avvocato Elisa Lupi. Sia Ziosi sia i Trevisani erano considerati i ’leader’ del presunto sodalizio, basato soprattutto su scambi via Telegram. La settimana scorsa, invece, era stato scarcerato il 51enne bolognese Alessandro Giuliano, difeso dall’avvocato Gabriele Bordoni, nei confronti del quale pure era stata inizialmente disposta la custodia in carcere, ma che era ritenuto una figura marginale all’interno della compagine bolognese del gruppo Werwolf Division.