Bologna, 4 novembre 2021 - Chi ha sparato a Natalia Chinni l’ha fatto da distanza ravvicinata. Lasciandola poi agonizzante. Una morte atroce, sopraggiunta dopo interminabili minuti, dovuta a sette pallini esplosi da un arma da fuoco, con tutta probabilità un fucile da caccia. Eccole le prime risposte dell’autopsia, iniziata ieri pomeriggio e terminata a sera, sul corpo della ex docente di inglese di 72 anni, ritrovata morta venerdì pomeriggio davanti all’ingresso della sua seconda abitazione a Santa Maria Villiana, frazione di Gaggio. Un omicidio, come recita l’imputazione del fascicolo aperto dal pm Antonello Gustapane, che vede oggi un unico indagato a piede libero: il dirimpettaio della donna, 72 anni ex dipendente di banca, con un passato da cacciatore e primo suo cugino.
Omicidio Gaggio Montano: la verità negli esami tecnici
"Ma io non ho ucciso nessuno – si è difeso lui nell’interrogatorio fiume andato avanti oltre tre ore nella notte tra venerdì e sabato –, non ci parlavamo nemmeno". In caserma ha ricostruito nel dettaglio l’intera giornata di venerdì trascorsa con la moglie e in compagnia di amici.
Cartucce. Un racconto che però ora presenterebbe una falla, secondo i carabinieri del Nucleo Investigativo. Una fermata ’strana’, venerdì mattina, con l’auto in direzione Bologna su un ponte della Porrettana tra Silla e Marano, luogo dove – sempre stando alle accuse – potrebbe essersi liberato dell’arma. E nei pressi, nelle acque del Reno, i sommozzatori hanno portato alla luce alcune cartucce che ora saranno comparate con i pallini trovati ancora conficcati nel corpo della donna. Due, per la precisione. Altrettanti ’proiettili’, invece, sono fuoriusciti, dopo aver trapassato la vittima da parte a parte. Dei restanti tre – tutti e sette nel basso ventre, tra l’ombelico e le gambe – è stato trovato solo il foro di entrata. Da capire anche la traiettoria dello sparo, esploso da distanza ravvicinata e quasi frontalmente. Decisivo sarà l’esame balistico già affidato.
I consulenti tecnici (per la Procura Guido Pelletti, Arianna Giorgetti e Elia Del Borrello) avrebbero inoltre fissato l’orario della morte in un arco temporale che va dalle 5 alle 15 ore precedenti al primo sopralluogo, intorno alle 4.30 di sabato mattina. I difensori dell’indagato, avvocati Angelita Tocci e Franco Oliva, hanno nominato come consulente, Giuseppe Fortuni, mentre i familiari della vittima, Nicola Cucurachi. Domani inoltre i Ris di Parma inizieranno i lavori per capire la paternità del colpo attraverso l’esame dello stub.
Morte violenta. La certezza, per il momento, è la causa del decesso: shock emorragico. Una fine lenta e dolorosa, con il killer che dopo averla freddata, l’ha abbandonata agonizzante per poi fuggire. Ma l’inchiesta non si ferma qui. Sotto la lente vi sarebbero anche altri profili attorno ai quali sono in corso verifiche, con le ’chiacchierate’ con amici e parenti continuate anche ieri. "Il nostro assistito ha chiarito tutto spontaneamente – così i legali dell’indagato –, forse ora bisogna iniziare a indagare in più direzioni. Farlo a senso unico è sempre pericoloso".