AMALIA APICELLA
Cronaca

Muzzarelli: "Gracia Nasi, señora straordinaria"

La storica presenta oggi in Salaborsa il volume su una figura affascinante del ’500: "Marrana, finanziera e grande viaggiatrice"

Maria Giuseppina Muzzarelli, storica e docente

Maria Giuseppina Muzzarelli, storica e docente

È stata una delle donne più ricche d’Europa, spregiudicata ma generosa – una filantropa –, capace da sola di costruire un impero finanziario nel Cinquecento. A Gracia Nasi, alias Beatriz de Luna, la storica Maria Giuseppina Muzzarelli ha dedicato il libro La señora. Vita e avventure di Gracia Nasi (Laterza) che presenterà oggi alle 18 nella piazza coperta della Salaborsa. Professoressa Muzzarelli, si ricorda com’è avvenuto l’’incontro’ con Gracia Nasi?

"Più di trent’anni fa una collega dell’università di Bologna, Ottavia Niccoli, curò il volume Rinascimento al femminile per Laterza. Io mi occupavo già da tempo della storia degli ebrei e mi ero imbattuta in questa figura femminile, Gracia Nasi, che era pochissimo nota ma straordinaria. Da allora, in italiano, non è uscito nient’altro su Nasi, salvo una biografia romanzata. Ma francamente io ce l’ho un po’ con le biografie romanzate, sono convinta che la realtà superi la fantasia e che non ci sia bisogno di inventare. Quella di Gracia Nasi è una storia già molto ricca e complessa. Io faccio la storica e non volevo lasciare l’ultima parola in italiano a una biografia romanzata. Per questo ho deciso di ricominciare dal punto in cui mi ero fermata più di trent’anni fa. Di recente sono stati trovati alcuni documenti all’archivio di Stato di Modena, come la firma autografa di Gracia Nasi".

Cosa la rende straordinaria?

"È appartenuta a una delle minoranze più perseguitate della storia, quella degli ebrei spagnoli convertiti forzatamente al cattolicesimo – i marrani – e ha saputo fare di questa identità marginalizzata una forza. Si è trovata a 26 anni, vedova e con una figlia ancora piccola, a gestire i capitali della famiglia e a diventare in breve una delle donne più ricche del suo tempo".

Di Gracia Nasi non abbiamo neppure un’immagine…

"Qualcuno la individua nel Ritratto di giovane donna con il figlio (1540 ca.) di Agnolo Bronzino, ma non sappiamo se sia lei. In Europa era conosciuta come La señora o come Beatriz de Luna, il suo nome da convertita. Quando arriva a Costantinopoli – che io ho deciso di chiamare sempre Istanbul – potrà finalmente dichiararsi ebrea e firmare con il suo vero nome, ha la possibilità di vivere per come da sempre sentiva di essere". Oggi ‘Nasi’ è il titolo del presidente dello Stato di Israele… "Sì, è un elemento che indica l’apicalità, l’importanza. I Nasi erano una delle famiglie più importanti del mondo portoghese. In questa storia se ne intrecciano tante altre: c’è quella di una grande finanziera del Cinquecento. Il racconto di una donna che è stata politicamente molto capace: ha condotto le sorti della sua famiglia, viaggiando per l’Europa e cercando di difendere gli interessi della sua famiglia. Poi rimane vedova e si scontra con la sorella per motivi finanziari. Succede perché il marito prima di morire le lascia l’amministrazione di parte di azienda e così farà il cognato".

È stata dimenticata?

"Si è come inabissata, tra il Seicento e Settecento non si è più parlato di lei. Sia Gracia sia la sorella sono morte senza eredi, la famiglia si è interrotta. Ha prevalso l’idea che fosse solo una donna e, per di più, ebrea. Dall’Ottocento è cominciata una marcia di riavvicinamento al tema dei convertiti e al marranesimo, soltanto allora è riemersa anche questa figura".