REDAZIONE BOLOGNA

Museo del Risorgimento ’Le lacrime di pietra’ di Erica Calardo

La mostra "Lacrime di pietra" al Museo del Risorgimento unisce pittura e scultura in un dialogo artistico che esplora affinità e suggestioni ottocentesche, coinvolgendo 30 artisti in un percorso simbolico e evocativo.

La mostra "Lacrime di pietra" al Museo del Risorgimento unisce pittura e scultura in un dialogo artistico che esplora affinità e suggestioni ottocentesche, coinvolgendo 30 artisti in un percorso simbolico e evocativo.

La mostra "Lacrime di pietra" al Museo del Risorgimento unisce pittura e scultura in un dialogo artistico che esplora affinità e suggestioni ottocentesche, coinvolgendo 30 artisti in un percorso simbolico e evocativo.

Udendo la parola "bottega" di pittura, il direttore del Museo del Risorgimento Otello Sangiorgi ha capito che dietro all’idea di Erica Calardo di una mostra collettiva ispirata alle sculture della Certosa, c’era molto di più di una trasposizione artistica: c’era un mondo di affinità elettive dal sapore ottocentesco. E così è nata Lacrime di pietra, mostra di pittura al via oggi e fino al 17 novembre a Museo del Risorgimento, con una riflessione visiva sull’arte nella sua veste consolatrice, elegiaca e a tratti catartica, dove i 30 artisti allievi della bottega da Erica Calardo, pittrice figurativa, si sono confrontati con un’opera scultorea della Certosa, cercando di coglierne l’essenza, dialogando idealmente con l’autore e la sua storia, con l’obiettivo di farne una sintesi pesonale nel pieno rispetto dell’originale.

E se all’inizio Caraldo aveva pensato di lavorare con immagini scaricate da internet, ha avuto poi l’illuminazione che escludeva in ogni modo la mera riproduzione e ha portato in gita gli allievi alla Certosa, per un ‘safari’ fotografico fra fauni e leoni, personificazioni, allegorie, melograni e fiori, che condurrà i visitatori in un percorso simbolico, evocativo, che trasla nel contemporaneo il patrimonio artistico della città. Tra i monumenti ispiratori delle opere realizzate a olio su tela in grisaille calda, tecnica antica e di grande effetto, ci sono la tomba di Innocenzo Rossi di Giovanni Putti, Tomba Maiani di Carlo Monari, Monumento di Caprara di Giacomo De Maria, Monumento a Piero Magenta di Giovan Battista Lombardi e l’Angelo della Resurreezione di Giovanni Strazza. La mostra sarà anche protagonista del progetto Recovery College avviato nel 2022 da Comune, Usl e Alma Mater, con il percorso La salute mentale come bene comune.

Benedetta Cucci