Dalle aule del liceo ai festival letterari, dai club dove si ascolta il rap ai teatri. Quella di Murubutu, nome d’arte di Alessio Mariani, è una avventura umana e artistica unica nel ricco panorama dell’hip hop italiano. Docente in una scuola superiore della sua città Reggio Emilia, autore, con Claver Gold, di una rilettura dell’Inferno di Dante Alighieri, spettacoli che registrano sempre il tutto esaurito con un pubblico che va dagli adolescenti ai loro genitori, l’artista si esibirà domani alle 21 al Teatro Duse, accompagnato dalla Moon Jazz Band, una formazione jazz, all’interno di un tour ’Live nei teatri’.
Mariani, questi nuovi concerti segnano un ulteriore passaggio nella sua carriera.
"Sì, quando si pensa al rap, si ha in mente un linguaggio nel quale la parola è centrale, e spesso la musica è solo una base sulla quale raccontare delle storie in rima. Ma le sue radici sono profondamente immerse nella cultura musicale tradizionale afro americana, della quale il jazz è una componente importante. Quindi, per me, questo esperimento ha il senso di un ritorno alle origini".
Bologna ha avuto un ruolo centrale in questa sua nuova proposta...
"Io credo che Bologna sia una delle pochissime città capaci di offrire una così ampia offerta musicale, della quale il jazz è parte. Penso a locali storici, come la Cantina Bentivoglio e a spazi più giovani, come lo Sghetto, che ha fatto sedimentare intorno a sé una nuova generazione di strumentisti che ho coinvolto nel gruppo di musicisti che mi accompagna. Tutti artisti con una grande personalità, nonostante l’età, con i quali ho rivestito di nuovi arrangiamenti una scelta di brani del mio repertorio".
Uno spettacolo originale, lontano dai suoi concerti consueti.
"Sarà una rappresentazione, forse più simile a una performance che a un concerto tradizionale. Siamo in un teatro con una lunga storia e ho voluto rendere omaggio al luogo che mi ospita, costruendo uno spettacolo nel quale i miei brani saranno alternati a esibizioni di danza classica e contemporanea e a una selezione di letture di miei testi, che non fanno strettamente parte della mia produzione rap".
A proposito di testi, lei ha portato in giro, negli ultimi mesi, degli incontri che si chiamano ’Letteraturap’. Ce li racconta? "Si tratta di iniziative che hanno a che fare non solo con la mia attività all’interno della scena dell’hip hop italiano, ma riflettono la mia passione di docente, anche se io insegno filosofia, per i classici della letteratura. Sono convinto che il rap possa essere un importante strumento di comunicazione e conoscenza a disposizione non solo dei ragazzi, ma anche dei docenti, per avvicinare gli studenti ai grandi autori, ai capolavori che spesso vengono percepiti come polverosi e che invece sono molto affascinanti".
In attesa di ascoltare il suo prossimo album?
"Sono al lavoro sulle nuove canzoni. Quella dei concerti jazz rimarrà una esperienza che sono certo influirà sul mio lavoro futuro. I brani dell’album saranno però permeati, più che dal jazz, dai suoni del ‘nu soul’, un viaggio sentimentale e passionale nel cuore di un altro versante della musica afro americana".
Pierfrancesco Pacoda