Bologna, 29 dicembre 2024 – La famiglia di una donna di 65 anni morta ad aprile 2024 dopo oltre cinque mesi di ricovero ha fatto causa alle strutture sanitarie che l’hanno avuta in cura, gli ospedali Sant’Orsola e Bellaria, chiedendo i danni, circa 900 mila euro.
Il tribunale, con la giudice Paola Matteucci della terza sezione civile, ha accolto il ricorso di accertamento tecnico preventivo presentato dai parenti, assistiti dagli avvocati Chiara Rinaldi e Maria Federica Celatti, e ha nominato un consulente tecnico, il medico legale Antonio Regazzo, che potrà avvalersi di specialisti e dovrà esaminare il caso, valutare la condotta del personale sanitario e quantificare il danno subito.
La donna era stata ricoverata per l’asportazione di un tumore benigno ad un nervo cranico, vicino a un orecchio. È deceduta a seguito di una infezione ospedaliera da candida, contratta dopo l’intervento chirurgico al Sant’Orsola: così ha concluso una consulenza disposta dalla Procura.
Sulla vicenda è in corso infatti anche un procedimento penale, inchiesta coordinata dal pm Marco Imperato, per omicidio colposo, con incarico ai medici Matteo Tudini e Davide Fiore Bavaro.
Gli accertamenti si sono conclusi ravvisando responsabilità della struttura dove è stato fatto l’intervento neurochirurgico, contestando criticità nelle procedure di controllo delle infezioni o di sterilità degli ambienti sanitari e degli strumenti utilizzati.
Gli avvocati dei parenti della donna hanno depositato a loro volta relazioni tecniche sul caso, con il medico legale Donatella Fedeli e l’infettivologo Massimo Puoti come consulenti di parte.