Bologna, 11 dicembre 2024 – La burocrazia sconfina spesso nell’assurdo, a volte nel grottesco, altre nel ridicolo. Come in questo caso. Dalla scoperta della malattia alla morte è trascorso poco più di un mese. Poi Anna (nome di fantasia), dipendente dell’Università di Bologna, se n’è andata per sempre, lasciando nel dolore i famigliari e i tantissimi amici. Tutto è successo con grande rapidità: e con altrettanta rapidità le è arrivata la multa, 15 giorni dopo il decesso.
Aveva lasciato l’auto in uno degli stalli blu, in zona Murri, avendo il permesso per residenti: ma, essendo lei deceduta, automaticamente è venuto meno anche il permesso da residente e quindi è scattata la sanzione (il giorno 27 novembre) da parte dell’accertatore della sosta di BoMob. La mamma della donna è rimasta senza parole: “Quando ha parcheggiato, mia figlia non pensava certo di morire. Dopo che è successo, io ero distrutta e quindi avevo dato le chiavi della macchina a un vicino che ogni tanto la metteva in moto. E un giorno ha trovato la multa, importo 29,40 euro se pagati subito. Sono andata dal tabaccaio chiedendo spiegazioni e mi è stato risposto che appunto, essendo deceduta, mia figlia non era più residente e quindi la multa era dovuta. Mi sono meravigliata della solerzia – dice la mamma –, non si tratta dei soldi, non è quello il punto. Ma dateci almeno un po’ di respiro, date tregua a chi deve affrontare tutto questo. Fate passare più tempo magari oppure avvisateci”.
“Un episodio spiacevole, che ci vede sensibili al dolore della famiglia colpita dal lutto – sottolineano dal Comune –. In casi come questi, tuttavia, non ci sono responsabilità degli accertatori, che semplicemente rilevano la scadenza del permesso senza poterne conoscere i motivi che l’hanno determinata, anche per questioni di tutela della privacy dei cittadini. La multa sarà, ovviamente, annullata nel caso in cui non sia ancora stata pagata, o rimborsata dietro istanza della famiglia, nel caso in cui i familiari abbiano già provveduto”. La multa, comunque, è stata pagata e l’auto spostata e sistemata in un parcheggio libero. “Se tecnicamente è vero che non abita più lì, ma al camposanto – le parole di Elena Boni e il marito, amici strettissimi della defunta –, crediamo che basterebbe davvero poco per adeguare i sistemi informatici e far sì che alla notizia del decesso all’Anagrafe ci sia un minimo periodo di tolleranza per consentire a chi rimane di gestire la burocrazia con un po più di serenità”.
Una “vicenda disgustosa – proseguono –. La nostra amica era una persona splendida, siamo ancora sconvolti. La mamma ha dimostrato una forza incredibile. Sarebbe bello se le rimborsassero quei soldi, ma non è questo l’importante: ciò che serve, invece, è cambiare il sistema, così che in caso di decesso si venga almeno avvisati prima o trascorra un po’ di tempo prima di passare alle multe. Già la burocrazia era disumana prima, ora che è tutto informatizzato è ancora peggio”.