PIERFRANCESCO PACODA
Cronaca

Mulatu Astatke, così il jazz si tinge d’Etiopia

Il grande musicista domani al teatro Celebrazioni. Il suo lavoro fonte d’ispirazione anche per l’hip hop.

Mulatu Astatke, così il jazz si tinge d’Etiopia

Mulatu Astatke sarà in concerto per il Bologna Jazz Festival

È una dimensione profondamente ipnotica, quella che avvolge il pubblico durante i concerti di Mulatu Astatke. Il vibrafonista e cantante, esponente di punta di una delle scene più originali della musica contemporanea, quella dell’Ethiopian Jazz si esibirà per il Bologna Jazz Festival domani sera alle 21 al Teatro Celebrazioni (via Saragozza), con il suo suono etereo, rarefatto, anche se sostenuto da un ritmo incalzante, nel quale immergersi dalla prima nota all’ultima.

Artista di fama internazionale, si è formato durante lunghe permanenze in America, primo africano nella storia a diplomarsi alla Berklee Music School di Boston dopo studi al Trinity College di Londra, ha accompagnato Duke Ellington e Keith Jarrett dal vivo e, soprattutto, specie negli ultimi anni, è diventato fonte di ispirazione per una generazione di musicisti, soprattutto inglesi, che hanno assimilato, ed esaltato, il versante maggiormente psichedelico, visionario delle sue composizioni.

Proprio grazie alla stretta collaborazione con il giovane gruppo britannico degli Heliocentrics, è stato scoperto da un nuovo pubblico, e invitato nei festival, dove riesce sempre a conquistare la platea con la sua miscela di ricordi tribali, le ricchissime tradizioni popolari della sua terra (ma mai in chiave folklorica) e il suono latino.

Ma Mulato Astatke è anche uno straordinario divulgatore dei talenti musicali della sua terra, grazie all’attività intensa, che cura personalmente, di un club all’interno di un albergo nella sua città, Addis Abeba, dove vive. Lì programma con regolarità formazioni di Ethio Jazz, che testimoniano una vitalità unica nel panorama globale del jazz. Nel 2005 il regista americano Jim Jarmusch gli chiese di partecipare alla colonna sonora del suo film ’Broken Flowers’ e le 7 composizioni che scandiscono la storia raccontata dalla pellicola, furono il primo segnale di una riscoperta del suo lavoro che, da allora, non si è più fermata. Al punto che l’etichetta francese Buda Musique, realtà di riferimento per la world music planetaria, gli chiese di curare una intera collana discografica dedicata al jazz etiope.

A dimostrazione della straordinaria attualità della sua musica, grandi protagonisti del pop e dell’ hip hop di successo hanno attinto, campionandolo, al suo repertorio, portandolo così all’attenzione degli ascoltatori di rap. ’Inspiration Information’ e ’Mulato Steps Ahead’ sono gli album più significativi che ha registrato negli ultimi anni. Da tempo, attraverso un programma sostenuto dalll’Unicef, Mulatu Astatke collabora con il Mit di Boston, dove si occupa di una ricerca sul futuro dell’Ethio Jazz, sperimentando gli incontri possibili di questo linguaggio con musiche provenienti dall’Europa e dai Caraibi.

Nel concerto bolognese (realizzato in collaborazione con il Locomotiv) Mulatu Astatke sarà accompagnato da Byron Wallen alla tromba, James Arben ai sassofoni e flauti, Danny Keane al violoncello, Alexander Hawkins a pianoforte e tastiere, John Edwards al contrabbasso, Jon Scott alla batteria e Richard Olatunde Baker alle percussioni.