ROSALBA CARBUTTI
Cronaca

Movida, Felicori ’chiama’ Cofferati "Orari fissi di chiusura dei locali"

L’assessore regionale: "Serve un accordo tra osti e residenti sullo stop, come fece l’ex sindaco al Pratello. E per chi vuole continuare la serata, basta una navetta che colleghi i ritrovi della notte in periferia".

Movida, Felicori ’chiama’ Cofferati "Orari fissi di chiusura dei locali"

di Rosalba Carbutti

Come risolvere il problema della movida in città? Per Mauro Felicori, assessore regionale alla Cultura, già dirigente del Comune di Bologna dove si è occupato, tra l’altro, di politiche giovanili, la ricetta è semplice: "Basta replicare il modello che adottò l’ex sindaco Sergio Cofferati al Pratello".

Il suo suggerimento (che ha anche condiviso sui social) è fissare orari di chiusura ad hoc per i locali?

"Inutile girare intorno al problema. Si deve fare un’ordinanza che prescriva un orario di chiusura dei locali uguale per tutti in piazza Verdi, ad esempio. Io sono sempre stato un tiratardi. Ma se non mi danno più da bere, vado a casa...".

Insomma, è a favore di una specie di coprifuoco...

"Quando l’oste chiude il rubinetto e dà la buonanotte, la gente se ne va. Quindi è sufficiente decidere con residenti e titolari degli esercizi commerciali un orario di chiusura, che può essere l’una o le due".

Ma non tutti vogliono andare a letto a quell’ora. Come si dice: ’la notte è giovane’...

"Ma certo, lo so. Sono stato giovane anche io. E non volevo mai andare a letto. Per questo bisogna pensare di dirottare la movida da altre parti, dove non si disturba il riposo notturno".

Già, ma come ci arrivano gli studenti in periferia?

"Premesso che servono luoghi compatibili, visto che la tua libertà inizia quando inizia quella dell’altro, servono bus notturni".

La giunta a questo ci ha pensato. E, infatti, dallo scorso Capodanno sono realtà...

"Sì ma io dico qualcosa di più. Un vero e proprio autobus o navetta notturna, ben identificabile, magari blu con le stelline, che faccia il tour dei luoghi della notte almeno il venerdì e il sabato. Così se sono al Pratello oppure in piazza Verdi e all’una il bar chiude, posso prendere la navetta e andare, ad esempio, al Dumbo. O al Tpo, al Link...".

Una navetta, insomma, che collega tutti i locali...

"Sì. Perché se la vita notturna è sacrosanta, lo è anche il riposo. Ma che sia chiaro: non ce l’ho affatto con i ragazzi. Lo so bene che una grande città universitaria ’non dorme mai’ come la New York City di Liza Minelli!".

Non teme che, però, rispolverare le ricette del sindaco-sceriffo possa creare polemiche?

"Beh, se si fa qualcosa è normale essere criticati. Ma se non si fa nulla è molto peggio".

Lei dice che il caos al Pratello è risolto, ma non tutti i residenti sono convinti...

"Io abito vicino a piazza San Francesco. Certo, c’è un po’ di rumore: è il prezzo che si paga se si vive in centro. Ma credo che al Pratello, dall’epoca Cofferati, quindi da 15 anni, la situazione sia accettabile, ci vado spesso, ci sono tanti locali e si sta bene".

La vicesindaca Emily Clancy ha lanciato gli Stati Generali della notte, studiando i casi di Londra e Amsterdam. Un approccio che condivide?

"Credo che studiare e guardare che cosa fanno gli altri e magari anche copiare ricette che funzionano sia sempre una cosa buona".

I comitati dei residenti della zona universitaria e del centro pensano che si perda troppo tempo. E che servano soluzioni subito.

"Credo che la vicesindaca meriti fiducia. L’approccio è positivo. Poi, certo, devono seguire decisioni e fatti".

Mentre si studia ’la notte’ che cosa si può fare?

"L’ordinanza che prevede una chiusura dei locali uguale per tutti si può fare immediatamente".