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Mostra 'Phosphatvilles' al Museo Capellini: esplorazione delle città minerarie del Marocco

Scopri la mostra 'Phosphatvilles' al Museo Capellini: un viaggio tra architettura e storia delle città minerarie marocchine.

Il mondo intorno alle città minerarie tra architettura e migrazione

Al museo di geologia ha aperto la mostra ’Phosphatvilles’, dedicata alle città minerarie del Marocco e a come sono cambiate

Un viaggio alla scoperta dei centri urbani sorti nella Valle dei Fosfati in Marocco: il museo di Geologia Giovanni Capellini ospita fino al 2 marzo la mostra ’Phosphatvilles’. Organizzata dal Dipartimento di Architettura dell’Università in collaborazione con il Sistema museale di Ateneo, l’esposizione, curata dalle docenti Annalisa Trentin, Stefania Rössl ed Elena Mucelli, racconta le città operaie nate attorno al giacimento minerario di Ouled Abdoun, fulcro dell’economia industriale marocchina dagli anni Venti del Novecento. Tra queste spicca Khouribga, chiamata proprio ’Phosphatville’, città del fosfato. "Siamo orgogliosi di questo progetto perché esplora architettura, urbanistica e storia e si inserisce in un contesto di cooperazione internazionale" spiega Simona Tondelli, prorettrice vicaria Unibo. Il materiale, infatti, proviene in parte dagli archivi coloniali pubblici e privati di Marocco e Francia, ma è stato soprattutto il risultato di studi e missioni sul campo condotti da docenti e gruppi di studenti della Laurea magistrale a ciclo unico in Architettura, in collaborazione con l’Università École d Architecture et de Paysage de Casablanca, e con le organizzazioni non governative ’Memory of Moroccan Modern Architects’ e ’Casamémoire’. L’esposizione è peraltro inserita nel progetto Villes Minières du Maroc, vincitore del bando Unibo-Global South. "Con gli studenti abbiamo intrapreso diverse attività: i primi workshop di ricognizione, il viaggio sul territorio, e per approfondire ulteriormente le tematiche abbiamo attivato un laboratorio di laurea, grazie al quale quattro studenti stanno sviluppando le loro tesi. Tutto questo lavoro è confluito in un volume, che presto sarà in vendita, e nell’esposizione, dove i ragazzi hanno ricostruito il territorio su carte geografiche e illustrato l’organizzazione del sistema estrattivo tramite mappe" racconta Annalisa Trentin.

Il progetto è significativo perché non si limita all’architettura, ma affronta anche temi di geologia e cooperazione internazionale. Lo sfruttamento delle risorse naturali è una questione cruciale e attuale, così come il dibattito sul futuro delle città minerarie: "Sono nate in funzione dell’estrazione di fosfato, ma oggi molti siti si stanno spostando a causa dell’esaurimento delle risorse. Se inizialmente c’era stata una massiccia immigrazione, ora si presenta la sfida opposta" conclude Stefania Rössl. La mostra è visitabile con il biglietto d’ingresso e negli orari della Collezione di geologia.

Alice Pavarotti