"Per me Fabio era tutto. Gentile e generoso, disponibile con gli altri. Amava tanto il suo lavoro, diceva sempre che voleva dare il cento per cento in tutto ciò che faceva. Fabio era l’amico perfetto per tutti e il fidanzato perfetto per me. Mi ha sempre rispettata tantissimo, non facendomi mai mancare niente. Per me lui era la più alta forma di libertà possibile". Benedetta Pirini non trattiene l’emozione nel ricordare il suo compagno Fabio Tosi, scomparso mercoledì scorso a seguito dell’esplosione al capannone della Toyota Material Handling di Borgo Panigale. Ieri pomeriggio è stata allestita la camera ardente a Castenaso: all’ingresso della stanza, una foto dell’operaio trentaquattrenne sorridente, poi un pezzo di Lego che lui amava e la cravatta di Grifondoro a ricordare la sua grande passione per Harry Potter. Oggi i funerali.
Dentro alla bara, invece, un frisbee a ricordare quello sport che ha praticato ad alti livelli per tanti anni e che gli ha permesso di girare il mondo. Sullo sfondo, un grande monitor dove scorrevano foto e momenti della vita di Fabio. Insieme con la fidanzata Benedetta, gli amici e la sua famiglia. Spaccati di qualcosa che adesso non c’è più, spazzato via dall’esplosione. "Io e lui ci proteggevamo a vicenda – continua Benedetta – spero solo che non abbia sofferto. Pensare che possa aver avuto paura mi distrugge ancora di più. Abbiamo ricevuto tantissimo affetto in questi giorni, a testimonianza della persona che era e del bene che sapeva farsi volere da tutti. Per chi vuole, sarà anche possibile fare una donazione alla ‘Casa delle donne’ in suo nome, una mia decisione visto che io e lui parlavamo tanto di femminismo e Fabio era molto sensibile al tema della violenza di genere".
Vicino alla bara, due signori anziani si stringono tra loro. Sono il papà e la mamma di Fabio: "Ci hanno tolto tutto – dice mamma Daniela – Fabio era la nostra vita. Un ragazzo buono e gentile, tenero e sempre pronto ad aiutare gli altri. Non si tirava mai indietro, a lavoro e nella vita di tutti i giorni. Era un ragazzo d’oro. Lo abbiamo visto l’ultima volta il giorno della tragedia, era venuto a pranzo. Lo abbiamo salutato dicendogli ‘ci vediamo domani’, oggi ringrazio che quel giorno sia venuto così ho avuto modo di vedere per l’ultima volta mio figlio. È un dolore che non so se riusciremo a superare, dobbiamo farci forza, ma è dura".