Pieve di Cento (Bologna), 9 ottobre 2017 - Non ce l'ha fatta Giuseppe Ansaloni, il 97enne di Pieve di Cento che, sabato sera, sulla Circonvallazione, è stato investito da un’auto Chevrolet. L’anziano stava camminando sul ciglio della strada quando è stato travolto. Ansaloni, trasportato dall’elisoccorso all’ospedale Maggiore, è deceduto nella notte tra sabato e domenica.
L’incidente si è verificato in via Circonvallazione Ponente, a Pieve di Cento, proprio a pochi metri dall’abitazione del 97enne. La dinamica dell’incidente è allo studio dei carabinieri della locale stazione e dei colleghi del nucleo operativo e radiomobile di Persiceto. Alla guida della Chevrolet c’era un 65enne del paese, che ha raccontato di non aver visto l’anziano.
Ansaloni, come ogni sabato sera, stava raggiungendo la chiesa per partecipare alla messa. L’uomo era molto conosciuto in paese: era considerato lo zio di tutti i cittadini di Pieve. Spesso lo si trovava in piazza Andrea Costa, sempre disponibile a chiacchierare con tutti.
Accoglieva gli amici con un sorriso e una stretta di mano. Per tanti anni è stato anche un volontario della Pro Loco del paese, e, prima della pensione, aveva lavorato in campagna specializzandosi, alla guida dei trattori, nell’aratura e nella trebbiatura. Ansaloni non aveva figli, ma tanti nipoti affezionati allo zio. L’anziano, fra l’altro, ha ancora una sorella in vita di 100 anni che abita in Liguria. Francesco Faggioli, uno dei nipoti di Ansaloni, lo ricorda con affetto: «Nonostante l’età era ancora autosufficiente e soltanto la notte avevamo deciso di farlo aiutare da una badante. Nostro zio, però, era una persona forte e di grandi principi. A Pieve tutti gli volevano bene. Ha sempre lavorato in campagna guidando i trattori finché non è andato in pensione».
«Un anno e mezzo fa mio zio aveva perso la moglie – prosegue Francesco – che si è spenta all’età di 93 anni. Nel fine settimana non mancava mai di andare a messa e lo faceva dopo una lunga passeggiata».
Faggioli ringrazia chi ha telefonato per stare vicino alla famiglia: «Sono stati in tanti e ci ha fatto piacere: nostro zio era una persona amata e rispettata. Li abbracciamo tutti per l’affetto dimostrato e per non essersi dimenticati dello ‘zio di Pieve’».