GABRIELE MIGNARDI E NICOLETTA TEMPERA
Cronaca

Morto a 12 anni investito dal padre, la disperazione del genitore: “L’ho ammazzato io”

Non smette di ripeterlo: "L’idea della ristrutturazione è stata una condanna”. Il cordoglio sui social. E la pizzeria sotto casa ieri sera non ha servito ai tavoli

L’ingresso della strada che conduce alla proprietà della famiglia Fantuzzi; nel riquadro la casa in ristrutturazione

L’ingresso della strada che conduce alla proprietà della famiglia Fantuzzi; nel riquadro la casa in ristrutturazione

Monte San Pietro (Bologna), 29 luglio 2024 – “L’idea di ristrutturare questa casa è stata la nostra condanna, la fine della nostra famiglia". Non smette di ripeterlo Gabriele Fantuzzi. Il dolore di questo papà (che è stato indagato per omicidio colposonon si può descrivere. Anche la sua vita, un’esistenza dedicata alla moglie e ai due figli, è finita ieri, in quel bosco che aveva scelto come rifugio degli affetti. Vicino a quella casa di via Guarda, acquistata da restaurare, che doveva essere il luogo dove far crescere i suoi ragazzi. E che si è trasformata in una tomba per suo figlio Eduardo, il suo secondogenito, morto in un tragico incidente mentre lo accompagnava a lavorare quel terreno insidioso.

"L’ho ammazzato, l’ho ammazzato io", ha continuato a ripetere anche ieri quest’uomo, chiuso nel riserbo della sua casa di Calderino, assieme alla moglie e al figlio maggiore. Ad accompagnarli in questo momento straziante, è stato il parroco di Monte San Giovanni, don Giuseppe Salicini, che sabato è stato per tutto il pomeriggio al telefono con la famiglia Fantuzzi e che ieri è andato a trovarla a casa. "Ho trovato una famiglia distrutta, ma che coltiva questo dolore in maniera composta", ha spiegato il sacerdote. Che ieri ha cercato dentro sé la forza per tentare di accompagnare, nella sofferenza, i genitori e il fratello di Eduardo: "Abbiamo pianto insieme e non è stato facile, ma con l’età ho acquisito più coraggio. Ieri ho detto a me stesso: ‘Vado là e li abbraccio’.

Ed è quello che ho fatto con il papà, per stargli più vicino in un momento di preghiera", spiega don Giuseppe, che ha annunciato l’intenzione di organizzare una veglia di preghiera: "Domani (oggi, ndr) sentiremo dalle pompe funebri per capire quando si potranno tenere i funerali e organizzeremo una veglia per Eduardo".

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Don Giuseppe si è lasciato andare a una riflessione sul suo ruolo: "Con la maturità impari ad avere lo stesso odore delle tue pecore: noi sacerdoti siamo pastori di un gregge, quello dei fedeli, con cui entri in sintonia. Il coraggio se non ce l’hai ti viene. L’ho cercato dentro di me per stare vicino a questo papà, a questa famiglia".

Che, in queste ore di strazio, non è stata lasciata sola. Nella casa di Calderino, ieri, una silenziosa processione di parenti e amici ha cercato di alleviare lo smarrimento di una famiglia spezzata dal dolore. E anche i vicini di casa, i concittadini di Calderino e Monte San Pietro, anche nella distanza, hanno dedicato un pensiero ai Fantuzzi. Chi non è riuscito a farlo di persona, lo ha affidato ai social. Anche i gestori della pizzeria non distante dall’abitazione, in segno di rispetto per il lutto di questa famiglia, ieri hanno deciso di non servire ai tavoli, per non disturbare. Un bellissimo post è stato condiviso sulla pagina ‘Monte San Pietro è una comunità viva’: "La vita , non è una novità,ti dà gioie a rate con fatica e sudore, ma è tremenda quando in un secondo ti toglie tutto. La nostra comunità di Calderino di Monte San Pietro oggi piange la perdita di un ragazzo di dodici anni", si legge.

"Ora, alla guida del trattore c’eravamo tutti noi, alla guida c’era la nostra esistenza con i nostri pensieri e ansie. Alla guida noi, con le nostre presunzioni, le nostre gioie e le nostre false sicurezze. Il figlio è il nostro figlio,la nostra vita, il nostro tutto".