Si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al pm Francesco Caleca e ai carabinieri del Nucleo investigativo, il quarantenne indagato per l’omicidio di Kristina Gallo, la giovane trovata senza vita nel suo appartamento in Bolognina, il 25 marzo 2019. L’uomo, un bolognese ora difeso dall’avvocato Alessandra Di Gianvincenzo, era un amico della ragazza e inizialmente – quando il fascicolo era per omissione di soccorso contro ignoti – fu sentito come persona informata sui fatti. Invece la settimana scorsa gli è stato notificata l’iscrizione al registro degli indagati.
Quando Kristina, 30 anni, fu trovata senza vita dal fratello, l’autopsia stabilì fosse morta da 5-6 giorni. Fin da subito però parve strana la posizione in cui fu rinvenuta: sdraiata sul pavimento, con una parte del corpo sotto il letto, l’altra fuori. In ogni caso, il medico legale della Procura ritenne si trattasse di morte naturale, così il caso prese la strada della richiesta di archiviazione. Richiesta cui si oppose la famiglia della trentenne: l’avvocato Cesarina Mitaritonna produsse una consulenza di parte che non escludeva l’asfissia meccanica per occlusione delle vie aeree. Tradotto: la ragazza potrebbe essere stata soffocata. Così, a marzo scorso, il gip Domenico Panza ha disposto le nuove indagini.