REDAZIONE BOLOGNA

Morì dopo l’intervento all’ernia: otto mesi al medico

Rinviati a giudizio gli altri quattro sanitari indagati per il decesso di Fabrizio Scaffeo

Una condanna (e quattro rinvii a giudizio) per la tragedia di Fabrizio Scaffeo, il 43enne morto il 29 aprile 2017, tre giorni dopo un intervento all’ernia cervicale a Villa Erbosa. Alla sbarra erano finiti cinque medici della clinica: tre chirurghi e i due colleghi che ne controllarono le condizioni cliniche nella fase post operatoria, dal 27 al 29 aprile.

E mentre quattro hanno optato per il rito ordinario (difesi dagli avvocati Mitaritonna, Sanlei, Trombetti, Garcea), il quinto – uno dei medici che aveva il compito di controllare la fase post operatoria – è stato condannato dal gup Maria Grazia Nart a 8 mesi. "Senza dubbio riproporremo le nostre difese alla Corte: – così l’avvocato Gabriele Bordoni – la condotta del sanitario di guardia si è collocata negli ultimi 20’ di vita del paziente, che il medico non conosceva affatto, in un quadro molto complesso, oramai disperato ed irreversibile".

Una sentenza, in abbreviato, arrivata quasi quattro anni dopo il tragico epilogo, tra richieste di archiviazioni, proscioglimenti e nuove indagini. Soddisfatti i legali della famiglia di Scaffeo, Giovanni Sacchi Morsiani e Simone Sabattini.