NICOLETTA TEMPERA
Cronaca

Montagnola senza pace. Spedizione punitiva. Due stranieri accoltellati. Si indaga tra i pusher

Gli egiziani feriti a colpi di machete e coltello da un gruppo di nordafricani. Un tunisino è stato già rintracciato e denunciato per lesioni aggravate. La polizia al lavoro per individuare gli altri partecipanti all’agguato.

Montagnola senza pace. Spedizione punitiva. Due stranieri accoltellati. Si indaga tra i pusher

La polizia assieme al 118 sabato sera in Montagnola, dopo la violenta rissa

Si sono sfidati, a colpi di machete e coltello. Forse per un debito di droga, forse per una ‘invasione di campo’. Niente di nuovo sotto le stelle della Montagnola, dove le lame luccicano e il sangue continua a scorrere, in un continuo di aggressioni, risse, pure omicidi. Senza che nessuna ordinanza, nessun divieto, nessun servizio ad alto impatto riesca a prevenire queste esplosioni insensate di violenza.

L’ultimo episodio è della sera di sabato. Il centro pieno di turisti, il parco della Montagnola animato. Sono le 21,30 quando l’attenzione è richiamata da urla feroci, che arrivano dal centro del parco, nella zona nei pressi dell’ingresso su via Irnerio. I testimoni, sentiti poi dalla polizia, parlano di più persone che si affrontano. E alla fine, sul campo, restano due feriti (un terzo, lieve, sarà rintracciato poi, poco distante): due egiziani, di 28 e 26 anni, colpiti uno a una gamba, l’altro a una mano. Il ferito più serio, il ventottenne, viene trasportato d’urgenza al Maggiore: non è in pericolo di vita, ma il taglio è brutto e profondo e l’uomo viene ricoverato, dopo essere stato ricucito, in area critica. Alla fine, riporterà 30 giorni di prognosi. L’altro ha un taglio importante alla mano, all’altezza del polso: anche lui viene medicato in ospedale e dimesso con 15 giorni di prognosi.

In Montagnola arriva subito la polizia, con Volanti, Squadra mobile e Scientifica. Vengono ascoltate le persone presenti e, tra queste, un amico dei due egiziani, che indica un tunisino di 34 anni tra gli autori delle coltellate. Anche quest’ultimo viene rintracciato: ha un taglio a un dito. Il trentaquattrenne, già noto alle forze dell’ordine per reati contro la persona e spaccio, viene riconosciuto, senza alcun dubbio, da uno dei due egiziani. La vittima dice che l’uomo era nel gruppo che li aveva aggrediti, spiegando però che non era stato lui a sferrare le violente coltellate. Inferte, appunto, con un machete e un coltello, ritrovati dai poliziotti nei pressi della scalinata del Pincio.

Il tunisino viene quindi denunciato per lesioni aggravate, mentre adesso la Squadra mobile, coordinata dalla pm Gabriella Tavano, è al lavoro per individuare gli altri partecipanti a quella che, al momento, sembra una spedizione punitiva. Il movente anche è al vaglio: ma non si esclude possa essere individuato in screzi legati allo spaccio o a debiti comunque di droga. Uno dei ‘core business’ degli habituè del parco e, più in generale, della zona della stazione, dove le coltellate ormai sono all’ordine del giorno. Una situazione che, dopo l’omicidio di Mamadou Sangare in piazza XX Settembre, ha portato in città anche il ministro degli Interni Matteo Piantedosi e ha spinto la Prefettura a varare un nuovo piano d’azione per la zona, con ordinanze ad hoc tese pure a limitare il bivacco in alcune strade e piazze. Provvedimenti utili, ma per Amedeo Landino, segretario del Siulp, la coperta è corta: "Per alzare il livello di sicurezza il nodo principale resta l’organico – dice Landino –. Senza un urgente incremento, sarà difficile sperare di ridurre la violenza. E poi i colleghi vanno dotati di giubbotti sotto camicia: ormai i delinquenti girano tutti armati".