Nell’agosto del 2022 la nazionale italiana di basket ha disputato una partita amichevole contro la Francia all’Unipol Arena. Con i suoi 10mila posti l’impianto raggiunse il sold out, confermando così quanto sia viva la passione per la pallacanestro a Bologna. Un tratto costitutivo delle Due Torri, tanto che proprio da qui è nata l’idea di ospitare i Mondiali di basket del 2031. "Sicuramente sarebbe una bella iniziativa – spiega il patron dell’Unipol Arena, Claudio Sabatini –, ma credo anche che si stia mettendo il carro davanti ai buoi, perché il mondo degli eventi in Emilia Romagna ha attualmente un’altra priorità".
Quale?
"Se la nostra regione ha potuto ospitare alcune manifestazioni nazionali e internazionali, lo si deve al contributo economico che il presidente Stefano Bonaccini ha dato per lo sviluppo di questo settore. Penso di non sbagliarmi nel dire che in numeri questa cifra si aggira attorno ai 10 milioni di euro all’anno. Realisticamente non credo gli sarà concesso un terzo mandato, per cui adesso dobbiamo sperare che il suo successore abbia la stessa intelligenza e la stessa passione, altrimenti sarà complicato organizzare manifestazioni come la Formula Uno o la Coppa Davis in regione. Al momento da nessuna parte stanno arrivando segnali che anche in futuro si continuerà sulla strada tracciata da Bonaccini, per cui parlare di un evento che si terrà tra otto anni mi sembra prematuro. Tra l’altro, per come oggi viaggia veloce il tempo e per come cambiano rapidamente le cose, la prospettiva non può andare oltre il 2025".
L’organizzazione della Coppa Davis sarebbe nel range da lei indicato. Ci sono novità?
"Nessuna, anche se mi dicono che la città di Milano voglia candidarsi per l’organizzazione della finale ed è chiaro che, a quel punto, si disputerebbero lì anche le fasi precedenti. Vedremo che cosa succederà".
Dieci milioni all’anno non le sembrano una cifra eccessiva per gli eventi?
"Direi di no, anche perché ha consentito a un settore di riconvertirsi e di svilupparsi. Quando dico che Bonaccini si è mosso in maniera intelligente è perché alcune strutture, che erano già presenti e che non stavano lavorando, hanno ripreso vita grazie agli eventi. In concomitanza con alcuni spettacoli pure a Bologna ci sono momenti in cui anche l’albergo di più bassa categoria ha tutte le camere occupate. A volte la parola indotto sembra descrivere una realtà astratta, ma in realtà si tratta di una opportunità di lavoro per tante persone. Anche per questo speriamo che si continui a investire in un settore che si è dimostrato capace di restituire con gli interessi quello che riceve".
Ritiene prematura questa discussione sui Mondiali?
"Se arriveranno in Italia e quindi a Bologna siamo tutti contenti, ma credo che ad oggi ci si debba preoccupare di non perdere quello che già abbiamo, prima di andarci ad avventurare in candidature che richiedono alleanze internazionali e dove non sempre il merito è premiato. Tutti ci hanno fatto i complimenti per come è stata ospitata la Coppa Davis e per i concerti o le manifestazioni che organizziamo, ma non basta lavorare bene per avere una immediata garanzia di ritorno o di conferma".