FEDERICA ORLANDI E NICOLETTA TEMPERA
Cronaca

Molestie all’Unibo. Professore a processo, l’assistente: mi perseguita

A giudizio un docente del dipartimento di Scienze Biologiche. Per l’accusa avances, allusioni e palpeggiamenti sono durati due anni. Il ricercatore ha poi attivato il codice rosso. Braccialetto elettronico all’insegnante. L’Ateneo: “Collaboriamo con le autorità”

La Procura ha chiesto il giudizio immediato per il professore per le accuse di violenza sessuale aggravata e atti persecutori

La Procura ha chiesto il giudizio immediato per il professore per le accuse di violenza sessuale aggravata e atti persecutori

Bologna, 25 febbraio 2025 – Quelle giornate trascorse al lavoro nei laboratori della Facoltà di Scienze biologiche dell’Alma Mater Studiorum di Bologna, per quel giovane assegnista di ricerca erano diventate un incubo. Colpa del suo superiore, il professore associato del suo corso di studi, stimato docente sulla cinquantina con una lunga carriera alle spalle, che si era evidentemente infatuato di lui. E aveva prima cominciato a rivolgergli qualche avance, condita da qualche messaggino allusivo. Poi era diventato sempre più insistente, fino ad arrivare a costringerlo a subire palpeggiamenti durante le ore trascorse insieme nel laboratorio dell’Università. Alla fine il ricercatore, un trentenne, non ha retto più. Ma anche quando la presunta vittima ha cercato di allontanarsi dal contesto ormai insostenibile, il professore ha proseguito nelle proprie insistenze, tempestandolo di telefonate e messaggi sempre più espliciti e disturbanti, arrivando persino a seguirlo e comparirgli davanti in contesti inaspettati. Finché il ricercatore, che vive a Bologna, ma viene da un’altra regione, ha trovato il coraggio di denunciare.

Professore a processo

Questo almeno è quanto sostiene la vittima: dovranno poi essere i giudici a stabilire quale sia la verità. Il processo per il professore comincia questa settimana: la Procura ha chiesto per lui il giudizio immediato (dunque saltando l’udienza preliminare), per le accuse di violenza sessuale aggravata dal fatto che il docente fosse un superiore del ricercatore e in un contesto lavorativo ‘chiuso’ come era appunto il laboratorio della Facoltà, e di atti persecutori.

Quando sono successi i fatti

I fatti contestati si sarebbero sviluppati tra il settembre 2022, ossia poco dopo che la parte offesa aveva ottenuto l’assegno di ricerca nel dipartimento in questione, e il dicembre 2023, per quanto riguarda le molestie sessuali e i palpeggiamenti, mentre lo stalking sarebbe proseguito fino al giugno 2024.

Stando alle accuse, il professore avrebbe approfittato dei momenti in cui si trovava solo con il ricercatore per fargli discorsi espliciti, anche con chiari riferimenti a rapporti sessuali, e a toccarlo con insistenza. Provocandogli un’angoscia tale da non potersi più recare al lavoro serenamente.

La denuncia

Dopo quasi due anni, però, il ricercatore – che nel processo è assistito dall’avvocata Alessandra Pavone – ha appunto deciso di denunciare quanto sarebbe stato costretto a subire, rivolgendosi ai carabinieri. I quali hanno immediatamente avviato la procedura prevista dal ‘Codice rosso’, il protocollo antiviolenza, e nei confronti del professore è stata emessa la misura cautelare del divieto di avvicinamento al ragazzo, con tanto di braccialetto elettronico.

Unibo a conoscenza del caso

Entrambi, al momento, continuano a lavorare per l’Università di Bologna, anche se naturalmente non più nello stesso ambiente. Il professore non è stato sospeso né ha subito a oggi provvedimenti disciplinari a seguito della vicenda contestata. “Siamo a conoscenza del caso e del procedimento penale in corso – risponde, interpellato, il rettore dell’Unibo, Giovanni Molari –. Siamo in attesa degli accertamenti dell’autorità giudiziaria e dell’esito del procedimento per valutare eventuali determinazioni conseguenti”. Del resto, saranno i giudici a stabilire se il professore sia colpevole o meno; solo allora l’Università deciderà se agire nei suoi confronti.

L’Ateneo: “Collaboriamo con le autorità”

"L'Ateneo si è fatto parte attiva collaborando fin dal primo momento con le autorità competenti”. L'Università di Bologna, con una nota, è intervenuta sulla vicenda. “È nostro dovere attendere le valutazioni dell'autorità giudiziaria che nella sua ordinanza cautelare non ha impedito che il docente potesse continuare a prestare servizio. Per questo ogni valutazione in merito a eventuali misure disciplinari, al momento, è sospesa. Abbiamo piena fiducia nell'operato della magistratura”, ha spiegato l'Unibo.