FEDERICA ORLANDI
Cronaca

Moglie e suocera morte. La figlia ’assolve’ Amato: "Mamma prese farmaci ma ha esagerato"

In aula la primogenita dell’oculista alla sbarra per duplice omicidio. Lei e il fratello hanno rotto con la zia, teste chiave dell’accusa. Ma sull’ipotesi suicidio è netta: "Era religiosa, non l’avrebbe mai fatto".

Moglie e suocera morte. La figlia ’assolve’ Amato: "Mamma prese farmaci ma ha esagerato"

Moglie e suocera morte. La figlia ’assolve’ Amato: "Mamma prese farmaci ma ha esagerato"

Ci hanno pensato i figli di Giampaolo Amato e Isabella Linsalata a portare la palla nel campo del papà. Davanti alla Corte d’assise che sta giudicando il medico per l’omicidio della moglie e della suocera Giulia Tateo, quindi loro madre e nonna, morte a pochi giorni di distanza e in circostanze simili a ottobre 2021, Anna Chiara e Nicola Amato raccontano la loro verità. Per l’accusa, il padre uccise le donne con un cocktail di Midazolam, una benzodiazepina, e Sevoflurano, un anestetico. I figli, che non sono parti civili (a differenza della zia Annamaria, teste chiave dell’accusa e con cui ora sono ai ferri corti, e del prozio Nicola Tateo), ieri si sono schierati a favore del papà, la cui innocenza soprattutto la figlia maggiore difende a spada tratta. Anche in parte rivedendo alcune dichiarazioni rese ai carabinieri nei tre interrogatori delle indagini preliminari.

"Mamma soffriva molto per la crisi con papà – così Anna Chiara, 31 anni e avvocato –. Eravamo la famiglia del Mulino Bianco e scoprire che la tradisse fu un duro colpo. Già a febbraio 2019 sospettavo assumesse farmaci per tranquillizzarsi, di nascosto da noi". Si è appena seduta quando offre il primo assist alla difesa del padre, la cui tesi è appunto che Linsalata, a sua volta medico, avesse assunto da sola i farmaci poi risultati letali, prescrivendoli anche alla madre. "’Linsi’ dà di matto e dice cose senza senso, forse la ricoverano – recita un sms inviato a un’amica il 26 febbraio 2019 da Anna Chiara, che lo legge alla Corte –. Sono convinta che prenda qualcosa per stare meglio, anche se non ce lo dice. Penso ne prenda troppo, ieri si è addormentata con la faccia nel piatto".

Seria e concentrata, Anna Chiara non vacilla durante l’interrogatorio della pm Morena Plazzi. Inizialmente non guarda mai il padre, ma poi, man mano che le ore (cinque) passano, gli occhi le dardeggiano più volte nella sua direzione. Amato, per l’accusa, uccise moglie e suocera per poter vivere la relazione extraconiugale con una donna più giovane e per l’eredità. Tra le prove, le analisi cui si sottopose Linsalata nel 2019 e che rinvennero un’elevata presenza di benzodiazepine nelle sue urine: lei disse a sorella e amiche di sospettare che fosse stato il marito a somministrargliele, nelle tisane che le preparava la sera. Ma la figlia lo esclude: "Se avesse avuto sospetti seri me ne avrebbe parlato. Ero la sua confidente, mi raccontava anche cose che, da figlia, non avrei mai voluto sentire". Come le sarebbero finite in circolo quelle sostanze, allora? "Le ha assunte da sola, ma ha esagerato e forse se n’è dimenticata. In un momento di scarsa lucidità ha dato la colpa a papà, ma poi se ne è pentita. Altrimenti avrebbe fatto qualcosa, non avrebbe continuato a invitarlo a cena e a lasciarlo solo con noi. Ne avrebbe almeno riparlato con le amiche, invece non volle più aprire l’argomento e neppure loro fecero nulla, quindi non erano davvero allarmate". Suicidio? "No. Era molto religiosa e non ci avrebbe mai fatto una cosa simile". Inoltre, "spesso aveva episodi di sonnolenza improvvisa, anche quando papà era via da casa. Non mi preoccupavo, pensavo fosse il suo modo di sfogare dolore e stress". E la bottiglia di vino con le benzodiazepine, conservata dalla zia dal 2019? "Prova inutile: per due anni è stata non si sa bene dove", sostiene, da avvocato; intercettata, nel 2021 al padre diceva: "Per quel che ne sappiamo, i farmaci potrebbe averceli messi dentro proprio lei (la zia, ndr)".

Parla soprattutto della morte della nonna invece Nicola, pure lui medico. Fu lui a trovarla senza vita. "Era sul fianco, posizione in cui dormiva sempre. Quella sera l’ho lasciata sola poche ore e ho il sonno leggerissimo". Tradotto: avrebbe sentito se il padre fosse entrato sei volte in casa della suocera, di cui non aveva le chiavi, passando per il loro appartamento comunicante, come sostiene l’accusa.

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