Bologna, 31 ottobre 2023 – Sincopi. Svenimenti. Un torpore malato, associato a dolori lancinanti a pancia e stomaco. Operatori, medici ed elicotteristi improvvisamente ko, alcuni ricoverati, altri finiti sotto osservazione.
SVOLTA NELL’INCHIESTA Operatori avvelenati con uno psicofarmaco
Da alcune settimane c’è un nemico silenzioso (e misterioso) nella centrale operativa del 118 Emilia Est dell’Ospedale Maggiore di Bologna, il cervello che sovrintende alle emergenze dell’area che dalle Due Torri va fino a Modena e Ferrara.
FOCUS / Ecco com’è nato l’esposto
E su questo caso dai contorni oscuri ora indagherà anche la Procura felsinea guidata da Giuseppe Amato, che ha ricevuto una prima segnalazione dall’Ausl di Bologna. Epidemia, intossicazione o uno scenario decisamente peggiore – leggi quello costituito dal dolo, dall’uomo – cioè un vero e proprio avvelenamento?
Le risposte non ci sono, per ora. O sono sommarie. Andiamo con ordine. Tutto inizia diverse settimane fa, con un operatore che accusa il primo malore. Ne seguiranno altri, compresi due elicotteristi delle emergenze. Uno finisce in pronto soccorso ed è a quel punto che nella struttura iniziano a crescere i sospetti. Com’è possibile che tutti abbiano gli stessi sintomi? E solo i colleghi della centrale operativa del 118, uno dei pochissimi reparti non a contatto diretto con il pubblico?
Il dipartimento di sanità pubblica dell’Ausl inizia a scandagliare tutte le possibilità: acqua, aria, virus. Si vagliano tutte le piste, non emerge nulla. Viene tolta una fontanella per l’acqua, vengono eliminate anche le macchinette per le merende e le bevande, fredde e calde. Anche da quella per il caffè non emerge nulla. Nel frattempo ecco altri malori, sempre con la stessa dinamica. Un medico, un operatore della centrale operativa. È uno stillicidio. Non risultano malattie contagiose fra i dipendenti, né ci sono problemi negli impianti di aerazione. Niente legionella né altro. Ergo?
L’inchiesta interna dell’Ausl va avanti, ma gli specialisti della sanità pubblica non hanno trovato evidenze ed è per questo motivo che, dopo svariati casi e alcune settimane, si è deciso di procedere con una segnalazione alla Procura. Verrà aperto un fascicolo contro ignoti, ma siamo nelle fase preliminari e tutti ci vanno con i piedi di piombo.
Il sospetto peggiore è che possa essere stato messo in atto un avvelenamento e, in questo caso, si dovrebbe chiaramente guardare all’interno della struttura. Uno scenario che nessuno ha mai voluto prendere in considerazione, ma che con il passare delle ore acquista una certa consistenza. Ad alcuni dei dipendenti che hanno avvertito i malori nell’ultimo periodo sono stati fatti anche gli esami del sangue e presto si conosceranno gli esiti dettagliati.
Dalla procura non filtrano notizie, anche perché l’inchiesta è in una fase embrionale. Sicuramente nelle prossime ore verranno sentiti alcuni dipendenti e dirigenti per avere un quadro più chiaro della situazione. L’Ausl ha già preparato le cartelle cliniche e i dati dei dipendenti coinvolti e dall’analisi dei loro esami, anche a posteriori, si potrà forse capire qualcosa di più, soprattutto se davvero si ipotizza un avvelenamento.
La centrale operativa del 1118 Emilia Est è da sempre una delle più importanti d’Italia. Nel 1986, a Bologna, era nato infatti il primo servizio di elisoccorso regionale e negli anni a seguire (arriviamo ai Novanta) ecco spuntare l’idea della centrale operativa unica. L’1 giugno 1990, in occasione dei campionati mondiali di calcio, era stato attivato proprio a Bologna, prima città in Italia, il 118 come numero telefonico unico di soccorso sanitario.
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